Quel precario ha licenziato i politici


E’ dignitosa e drammatica la lettera che un precario aquilano di 40 anni ha inviato ai giornali, pubblicata oggi. Un documento misurato e senza mezzi termini, che dipinge, come nel celebre quadro L’Urlo di Edward Munch, l’immediato futuro di tanti aquilani, giovani e meno giovani, in vista del 31 dicembre. La data in cui, restando le cose come stanno, a decine si ritroveranno senza lavoro e senza reddito, grazie alla genialata disumana del concorsone.
Un documento del genere, peraltro indirizzato al Ministro Barca, meriterebbe risposte, forse non dal Ministro (che è troppo occupato a impugnare forbici e gomme per cancellare), ma almeno dalla politica aquilana e abruzzese. Invece, almeno al momento, risposte non ne sono arrivate. La politica locale è defedata, è stata addirittura spiaccicata per terra e asfaltata dal Governo Monti. Non ha voce in capitolo nè ruolo. Assiste al tramonto sociale della città senza saper neppure produrre un commento, una parola di conforto. La sola cosa che potrebbero fare, tutti, sarebbe presentare le dimissioni. Ma è anche la sola cosa che non faranno. La lettera del precario è, che lo capiscano o no, una lettera di licenziamento, ma non solo per i precari, bensì per i politici. Comincino a cercarsi un lavoro, perchè cadranno insieme con coloro che stanno spingendo verso il burrone.



15 Novembre 2012

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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