Giorgi: “E quando Bertolaso se ne andrà?”
L’Aquila – “A dicembre prossimo il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, lascerà l’incarico che lo vede protagonista della gestione dell’emergenza terremoto in Abruzzo. La palla passerà agli enti locali, che devono farsi trovare preparati e compatti per portare a termine un percorso che si prospetta lungo e difficile”. A chiamare a raccolta gli amministratori locali “perché convergano su una necessaria intesa”, è il segretario regionale Cisl, Gianfranco Giorgi: “La città dell’Aquila deve pensare al “dopo Bertolaso” e trovare la giusta intesa per imboccare la strada della ricostruzione in tempi rapidi, senza tentennamenti. L’appello e a Comune, Provincia, Regione perché siamo compatti e granitici. Occorre un’unica cabina di regia per stabilire il progetto futuro di rinascita della città. In caso contrario, L’Aquila rischia una ricostruzione parziale e deficitaria”.
Resta, secondo Giorgi, la grande incognita del centro storico: “I nostri amministratori devono pensare con anticipo ad un modello di sviluppo condiviso, che tenga conto dell’assetto urbanistico della città prima del 6 aprile, questo soprattutto per la zona centrale, e che sia impostato sull’utilizzo di metodologie e tecnologie innovative. Gli aquilani si troveranno di fronte a una serie di cambiamenti radicali, a una città diversa per molti aspetti: lo sviluppo futuro dell’Aquila non potrà non tener conto di queste modifiche, a partire dai nuovi quartieri abitativi che stanno sorgendo nell’immediata periferia. E ancora, infrastrutturazione e viabilità, anche in relazione ai poli scolastici”.
Niente di più sbagliato- avverte il segretario Cisl- che procedere con interventi sporadici, scollegati tra di loro e non inseriti in un piano complessivo di ricostruzione della città. “Le forze politiche e istituzionali”, conclude Giorgi, “devono convergere su un’unica idea progettuale. Le divisioni politiche e di bandiera, alcune già evidenti, porteranno solo a ritardi e penalizzazioni per gli aquilani”. (Nella foto: Guido Bertolaso)
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