IL DDT? C’E’ MA NON DOVE LO CERCANO
Pescara – ORMAI SUPERATI ANCHE I LIMITI DELL’ASSURDO – Tutto chiaro, niente in ordine: anzi, per il porto di Pescara la situazione, se è possibile, si complica e mette a nudo le assurdità della burocrazia e degli abitatori del mondo delle scartoffie confuse, arruffate, contrastanti. Infatti le scartoffie e coloro che vivono grazie e a loro sono un mondo, in cui l’abbondanza non giova alla chiarezza. Anzi, il contrario. Logica e razionalità appartengono ad altre dimensioni: importante è non cavare un ragno dal buco, così si continuano a giustificare poltrone e stipendi.
Nelle analisi effettuate dall’Arta nel porto di Pescara ai fini del dragaggio, l’Agenzia ha registrato superamenti per il Ddt in quattro punti situati in profondita’ ma si tratta di punti completamente diversi rispetto a quelli al centro di un contenzioso sorto lo scarso anno.
Ne hanno dato notizia il direttore generale dell’Arta Mario Amicone e il direttore tecnico Giovanni Damiani. Le analisi dell’Arta relative alla darsena commerciale (per il dragaggio promosso lo scorso anno dall’ex commissario Guerino Testa e autorizzato dal ministero dell’Ambiente) sono finite nell’occhio del ciclone perche’ in base ad un laboratorio privato a cui si e’ rivolta la procura della Repubblica dell’Aquila, l’Agenzia regionale di tutela ambientale non ha rilevato il Ddt e il naftalene, mentre questo laboratorio si’. Da allora si e’ aperto un contenzioso tuttora in corso e comunque la Procura ha bloccato i lavori di dragaggio appena iniziati ritenendo che quel materiale non potesse essere versato in mare. Quest’anno, nell’ambito di nuove analisi sempre legate al dragaggio, e’ stata registrata dall’Arta la presenza di Ddt ma – mostrando la cartina del porto – Damiani e Amicone hanno fatto notare che si tratta di zone diverse rispetto a quelle prese in considerazione per il progetto di dragaggio di 73mila metri cubi della darsena commerciale. E comunque, ha voluto sottolineare Damiani proprio in relazione alla presunta presenza di Ddt nei campioni “incriminati” della darsena, Ispra, Arta e laboratorio incaricato dalla Procura sono arrivati alla conclusione che non e’ possibile stabilire, al di la’ di ogni ragionevole dubbio, se i campioni esaminati abbiano una concentrazione di Ddt inferiore o superiore alla soglia fissata dal manuale Apat/Icram. A questo proposito Arta ha smentito chi parla di “veleno” nel porto e ha chiarito di aver sempre detto che il materiale depositato nella cosiddetta canaletta doveva essere considerato come rifiuto. E’ emerso anche che nel bando del Provveditorato alle opere pubbliche si prevedono nuove analisi, e le dovra’ effettuare la ditta che si aggiudichera’ i lavori di dragaggio promossi dal ministero delle Infrastrutture (200mila metri cubi per un importo di 14 milioni di euro). Per l’Arta e’ possibile limitarle alla zona della darsena.
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