Efferato omicidio a coltellate


Pescara – Efferato omicidio in centro. Il cadavere di un 53enne, Nicola Bucco, e’ stato trovato stasera nel suo appartamento di via Leopardi. Il corpo e’ in una chiazza di sangue. La polizia e’ stata avvertita da un amico, che avrebbe trovato il cadavere, ed e’ intervenuta con squadra volante e squadra mobile, con il supporto della polizia scientifica. Sul posto anche il personale del 118. In casa non vi sarebbero segni di effrazione, quindi il Bucco avrebbe lasciato entrare qualcuno, una persona che conosceva. Sul fornello della cucina una pentola e fuoco ancora acceso. Bucco, un operaio, avrebbe occupato l’appartamento solo da qualche mese. Si tratta di un modesto seminterrato adattato ad abitazione, lungo una strada che guarda verso il mare.
Nicola Bucco e’ stato trovato in cucina e il 118 ha solo constatato il decesso, senza spostare il corpo. La porta di casa era socchiusa. Sul posto sono arrivati il questore Paolo Passamonti e il pm Gennaro Varone. Stando al poco che trapela finora, il Bucco avrebbe perso molto sangue probabilmente dall’addome. La Procura propende per l’ipotesi di omicidio.
Poco prima delle 20,30 il questore ha lasciato l’appartamento e conversando con i giornalisti, ha fatto capire che prevale l’ipotesi dell’omicidio, come del resto era apparso probabile fin dai primi momenti.
L’uomo sarebbe stato ucciso con un’arma da taglio, che non è stata trovata. Il corpo presenta uno squarcio all’addome. Si indaga soprattutto in ambienti vicini alla zona portuale.
In serata si è appreso che Nicola Bucco e’ stato ucciso con un’arma da taglio ed e’ stato colpito con diverse coltellate, di sicuro tre alla gola. Maggiori dettagli emergeranno dopo l’autopsia, ha spiegato il questore Paolo Passamonti uscendo dall’abitazione dove e’ stato trovato il cadavere nel pomeriggio. Nessuna indiscrezione sulle indagini. Passamonti dice “siamo al punto di partenza, stiamo lavorando”.

GLI SVILUPPI (di Stefano Leone) – “E’ sicuramente un omicidio”. E’ questa la frase che si riesce a carpire ad un abbottonatissimo e molto controllato Questore Paolo Passamonti. Esce con un gruppo dei suoi per lasciare il luogo dell’omicidio. Dunque, Nicola Bucco, 53 anni, dipendente di una ditta per lavori autostradali, è stato ucciso. L’altra certezza è che sicuramente conosceva il suo, o i suoi assassini. Si perché non è ancora chiaro se si tratta di uno o più persone; altra certezza è che Nicola Bucco conosceva chi poi lo ha ucciso dal momento che sulla porta non sono stati riscontrati segni di effrazione o forzature. Viveva da solo, Bucco, in un piccolo appartamento al piano terra di via Giacomo Leopardi, via centralissima di Pescara nella quale ci si accede dalla riviera. Un coinquilino del quarto piano ci dice che mai si erano notate situazioni strane di persone o fatti che avessero potuto far notare Nicola Bucco. Si, vero, aveva dei precedenti ma lo descrivono come un lavoratore e un padre molto affettuoso del suo unico figlio di 20 anni. Il delitto è indibbiamente stato efferato e molto cruento; Bucco è stato colpito per ben tre volte con un’arma da taglio, il primo colpo alla gola gli ha reciso la giugulare poi altri due fendenti che gli hanno aperto il petto. Perché tanta cruenta violenza è ancora al vaglio degli inquirenti; inquirenti abbottonatissimi sui particolari “operativi” del delitto. Il Sostituto intevenuto sul posto, Gennaro Varone, ha lasciato l’appartamento dell’omicidio dopo circa due ore; inusuale un periodo temporale così lungo per una ricognizione cadaverica se pur accurata. Altro aspetto molto strano il fatto che la porta è stata lasciata dall’assassino accostata e non chiusa, perché? Sul tappeto a pavimento davanti la porta d’ingresso vistose macchie di sangue segno evidente che il killer deve o aver pulito l’arma o non si è accorto che quest’ultima sgocciolava copiosamente tanto da macchiare il tappeto. Oltre questo particolare del tappero, però, non vi sono altre macchie in giro; l’arma non è stata trovata sul posto segno che chi ha commesso l’assalto mortale a Bucco deve averla portata con se per disfarsene evidentemente in luogo diverso e lontano dal posto della mattanza. Mentre davanti alla sbarra che immette nel corridoio condominiale che porta anche nell’appartamento dell’omicidio, il via vai incessante degli inquirenti è incessante, pochi metri più in la le sorelle e un cognato di Bucco, sguardo smarrito e strette nelle spalle come a voler tenere a bada il dolore per la fine così atroce del loro fratello. Nicola Bucco viveva da solo nell’appartamento; separato dalla moglie viveva in quel posto da circa tre mesi e ogni tanto aveva con se ospite il figlio. Interrogati gli inquirenti sul possibile movente nessuno di loro ha voluto fornire il minimo indizio; trincerati dietro un “…questo non possiamo dirlo”, hanno però vagliato molte ipotesi. Nicola Bucco ogni tanto, libero dal lavoro, frequentava un piccolo bar nella zona del mercato ittico al porto ma, ci ripete il condomino dello stabile che lo conosceva “…al di la di qualche birra non aveva mai dato motivo di qualsivoglia atteggiamento strani”. Le voci che si sono accavallate sono molte; qualcuno dice che c’è coinvolta la pista degli extra comunitari; quel bar al porto, frequentato da Bucco, è frequentato da extra comunitari che di solito lavorano o imbarcati o al porto. Nel momento in cui scriviamo la ex moglie di Nicola Bucco è in Questura sottoposta ad interrogatorio. Si cerca di capire se possono esserci motivi rancorosi verso la vittima da parte di qualuno oppure se dietro l’efferatezza di un delitto così brutale ci sia una pista che porti a considerare uno sgarro fatto e che Nicola Bucco ha pagato con la vita. E’ il quarto omicidio a Pescara dall’inizio dell’anno.


14 Novembre 2012

Categoria : Cronaca
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