Biondi: “Il mostro sono io…”
L’Aquila – “Il mostro indicato dai post-partigiani dell’Anpi sono io: ammesso l’orrore adesso è giusto che come dei novelli seguaci dei pompieri di ‘Fahrenheit 451′, si apprestino a bruciare i libri senza averli letti, magari essendo sufficiente l’immagine di copertina”.
Lo afferma il sindaco di Villa Sant’Angelo, Pierluigi Biondi, foto, in riferimento alla nota dell’Anpi sulla sua partecipazione alla presentazione del libro Muri in camicia nera dell’architetto Claudio Marsilio, avvenuta sabato pomeriggio nella sede di Casapound.
“Penso alla fine che toccherà al povero Francesco Marrella, giovane e preparato storico e uomo di cultura con sensibilità politiche ‘laburiste’, come lui stesso si definisce, che si è prestato al gioco sedendo al tavolo dei relatori e, addirittura, esprimendo un giudizio positivo sul libro”, aggiunge Biondi.
“E con Marrella – prosegue il sindaco – ho a cuore le sorti, ormai segnate, di Walter Cavalieri, autore con il primo del volume Adelchi Serena, il gerarca dimenticato, che ha messo in copertina una foto del podestà aquilano con un doppiopetto borghese e rassicurante, evidentemente apologetico, e invitò il sottoscritto a un dibattito: rinnegato lui, recidivo io, certamente pericolosi entrambi”.
“Se il disgustato redattore del comunicato domenicale avesse avuto cura di leggere Muri in camicia nera (sono disponibile a fornirne una copia a mie spese) – sottolinea Biondi – avrebbe notato che, nella parte finale, ci sono anche scatti con scritte del dopoguerra, a fascismo finito, che invitano a votare il Fronte popolare democratico o con disegni con falce e martello”.
“Il consiglio, dunque, è aprirli i libri prima di giudicarli e magari, come nella catarsi di Guy Montag, vi troverebbero degli spunti interessanti per salvarli dal rogo – conclude Biondi – Quanto al mio ruolo di sindaco e all’imparzialità che mi sforzo di esercitare, mi sembra di ricordare che quando il responsabile dell’Anpi venne da imprenditore al Comune per un colloquio non gli imposi di darmi il ‘voi’ o di salutarmi romanamente”.
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