Spending review, conti salati per i malati
Pescara – Secondo Carlo Costantini, IDV “la Regione Abruzzo paga una, due, tre volte, il conto della mobilità sanitaria passiva che Chiodi, nonostante la gestione dei poteri commissariali, non è stato in grado ridurre nel corso dei quattro anni del suo mandato, ritenendolo – parole sue – un elemento marginale rispetto all’ammontare complessivo della spesa sanitaria regionale.
1) Una prima volta lo paga in termini sociali, quando gli abruzzesi sono costretti, causa le lunghissime liste di attesa, a rivolgersi altrove per le necessarie cure sanitarie.
2) Una seconda volta, in termini di PIL sanitario: quando si accolla per prestazioni fuori regione circa 67 di milioni di euro che, invece, avrebbero potuto creare posti di lavoro (infermieri, medici, tutto l’indotto sanitario) e ridurre al minimo la precarizzazione dei contratti.
3) La terza – e forse nemmeno l’ultima – quando il Governo Monti, con la sua spending review che colpisce sempre i più poveri e mai i privilegiati, stabilisce nella bozza di decreto che più è alto il costo della mobilità sanitaria di ogni regione, più è forte il taglio dei posti letto.
In pratica, le Regioni che finora non sono state in grado, attuando per tempo una corretta e lungimirante politica sanitaria sul territorio, di riprendersi i propri pazienti e ridurre il saldo negativo della mobilità sanitaria, da adesso in poi dovranno rinunciarci a favore delle Regioni che invece vantano un saldo attivo della mobilità .
Con questa decisione, il Governo nazionale ritiene nei fatti che Chiodi (e con lui i Governatori di altre regioni per lo più del meridione) non sia in grado di invertire il trend negativodell’emigrazione sanitaria e perciò penalizza l’Abruzzo togliendo quei posti letto ritenuti non più necessari. Il superficiale atteggiamento di Chiodi rispetto a una problematica così importante, la sua incapacità di ridurre la mobilità passiva extraregionale, ci portano indietro di quasi un secolo e costringeranno gli abruzzesi a fare gli emigranti sanitari a vita, con la valigia di cartone pronta per partire”.
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