I misteri dei laghi d’Abruzzo: ora Scanno


L’Aquila – ANNI FA IL CASO DEL LAGHETTO DEL SIRENTE, FORMATO DA UN METEORITE – (di Gianfranco Colacito) – (Foto: la siccità a Scanno, acqua scesa di sei metri, e il laghetto meteoritico del Sirente) – Dopo il laghetto circolare nel piano dell’Anatella, ai piedi del Sirente, causato (qualcuno crede) da un mateorite nel terzo-quarto secolo dopo Cristo, ecco un lago ben più grande e importante: Scanno.
Fa sempre un certo effetto parlare di misteri, specie di questi tempi intrisi di timori, creduloneria, voci, favole e fandonie che su Internet qualcuno accredita come verità inquietanti. Ma la verità è, come sempre, assai meno avvincente dei parti della fantasia incline agli esoterismi e agli enigmi. Il cosiddetto mistero del Lago di Scanno, 930 metri di altitudine, cavalcando sentimenti del genere, sta girando sui giornali di mezza Europa. E, già da subito, male non fa al centro turistico. La domenica c’è già chi arriva e prende a fotografare lo specchio d’acqua azzurra tra i monti. Sperando di coglierci qualcosa…
Quello di Scanno è un piccolo lago naturale, al contrario dei tanti altri specchi d’acqua in Abruzzo, che sono artificiali, ovvero bacini creati per produrre energia elettrica.
Anche un lago particolarmente bello, Scanno, che dall’alto ricorda la forma di un cuore (con un po’ di immaginazione, ma non guasta), è azzurro-blu, profondo quanto basta per rendere le sue acque non trasparenti già a qualche metro sotto la superficie. Profondo anche decine di metri.
I turisti hanno letto (anche su giornali autorevoli) di anomalie e fenomeni misteriosi. Prima, nel tempo, si ricordano morie di pesci, ritrovamenti di armi da guerra del periodo bellico, reperti archeologici al vaglio degli esperti. Poi, nei mesi scorsi, hanno appreso che le acque del lago sono scese di sei metri, mentre c’erano caldo e siccità. Un calo collegato con la siccità? Certo, ma anche superiore a quelli soliti, e arrivato dopo il terremoto dell’aprile 2009. Che potrebbe aver guastato gli equilibri naturali dei fondali e alterato le strutture del sottosuolo, facendo nascere inghiottitoi e pertugi causa delle perdite di acque. Fin qui si fermano i fatti.
Tra i racconti che suscitano dubbi, vanno annoverati quelli dei pescatori e turisti che avrebbero avvistato onde anomale, perturbazioni e increspature della superficie dell’acqua. E allora qualcuno ha chiamato gli esperti, spediti sul posto dall’INGV, l’istituto di geofisica e vulcanologia. I loro magnetometri e le loro bussole avrebbero segnalato alterazioni delle linee di campo magnetiche sott’acqua, e variazioni dell’intensità del campo magnetico. Spiegazioni? Forse la presenza di masse metalliche sui fondali. Ma, se ci sono, da dove sono arrivate? C’erano, evidentemente, anche prima. Spiegazione ipotetica: potrebbero essere spuntate dai fondali scossi dal terremoto, affiorando quanto basta per provocare alterazioni magnetiche. Infine, l’enigma, che pare profilarsi: i rilievi scientifici avrebbero localizzato un’area precisa, in cui si generano, sono più forti le alterazioni magnetiche, “disegnata” nella mappatura come di forma ovale o ellittica, orientata verso Nord/Est, diametro di circa sei metri per due.
I ricercatori parlano di un possibile oggetto, di un qualcosa di ben delimitato in una certa zona dei fondali, dalla parte del villaggio di Villalago, quella esplorata in cui le bussole perdono il Nord (così viene raccontato a Scanno). In ogni caso, niente di definibile.
Escludendo un ufo precipitato nel lago (qualcuno se ne sarebbe pur accorto a Scanno e nei centri vicini…), un’ipotesi che si può mettere in piedi è quella di un aereo del periodo bellico, finito nel lago, magari privo di ali, e rimasto sott’acqua per decenni, fino al terremoto, che avrebbe potuto smuovere i fondali e portare allo scoperto parte della fusoliera. Un’altra ipotesi potrebbe riguardare un’imbarcazione affondata. Oppure un pallone meteorologico, un congegno usato per lo studio dei raggi cosmici precipitato. Ma anche in questo caso, qualcuno dovrebbe saperne qualcosa. Se poi si sceglie la spiegazione dell’ufo, si è padroni di farlo: viviamo in un’epoca di suggestioni e racconti senza limite di… coraggio inventivo. In fondo, cosa sappiamo davvero di ciò che accade?
Dicevamo, all’inizio, del laghetto rotondo nel mezzo dell’altopiano ai piedi del Sirente, non lontano da Rocca di Mezzo: quanto resta dell’impatto di un corpo celeste, più o meno al tempo della battaglia tra Massenzio e Costantino. Il mistero, anche lassù, rimane. E ci sono scenziati di mezzo anche lì, chi più chi meno convinto della spiegazione meteoritica. Che potrebbe andar bene anche per Scanno, ma un meteorite di grandi dimensioni (sei metri per due…) non sarebbe caduto inosservato e senza pesanti conseguenze. Dunque… Spiegazioni cercansi. In fondo (non al lago, ma alla storia) Scanno non ci rimette. Anzi, tutt’altro.


10 Novembre 2012

Categoria : Cronaca
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