Ecosistema scuola, quante ombre
Pescara – ABRUZZO, BENE USO FONTI RINNOVABILI – È stato presentato stamattina a Torino il dossier Ecosistema Scuola 2012, il rapporto di Legambiente sulla qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 96 capoluoghi di provincia. I dati in Abruzzo confermano lo stallo generale in cui si trova la qualità del patrimonio dell’edilizia scolastica italiana, che fatica a migliorare anche a causa del freno agli investimenti generato dal Patto di Stabilità .
Un’edilizia scolastica vecchia e ferma sugli storici problemi legati alla sicurezza: non solo sulla manutenzione ordinaria riscontriamo in Abruzzo circa il 78% di investimenti in meno, sul dato medio nazionale, ma nel 2011 tutta la regione ha investito solo 10mila euro in manutenzione straordinaria a fronte di una necessità del 53,85% di interventi urgenti, che per di più è maggiore rispetto alla media nazionale (35,79%). La media per singolo edificio degli investimenti per la manutenzione straordinaria è inferiore del 70%.
Le buone notizie sono invece che l’Abruzzo si posiziona al quarto posto nella graduatoria nazionale riferita all’utilizzo delle fonti rinnovabili (18,31%), e che Chieti e Teramo si posizionano nella prima metà nella graduatoria nazionale delle buone pratiche nella classifica delle città capoluogo (Chieti al 23esimo e Teramo al 25esimo posto).
Tutti i Comuni capoluogo di provincia hanno risposto alla richiesta dei dati, anche se Pescara ha inviato dati incompleti (meno del 50%) e non è stata quindi inserita in graduatoria né presa in considerazione per la stesura della tabella riepilogativa regionale. Neanche L’Aquila è stata inserita in graduatoria, ma presa in considerazione nella tabella regionale, per una scelta di Legambiente legata al ricevimento dei primi dati dopo il sisma del 2009.
I dati riepilogativi regionali pertanto sono riferiti a Chieti (31º), L’Aquila, Teramo (50º).
I dati anagrafici degli edifici ci restituiscono scuole di più recente costruzione rispetto alla media nazionale, sono infatti il 51,28% contro il 40,53% della media nazionale gli edifici scolastici costruiti tra il 1975 e il 2011. Sono il 98,59% gli edifici scolastici posti in strutture nate per ospitare scuole. Sono solo l’1,71% quelli in affitto contro il 2,88% del dato nazionale.
Nonostante l’alta percentuale di edifici di recente costruzione, le città abruzzesi non costruiscono scuole secondo i criteri della bioedilizia. A fronte invece di un dichiarato 54,93% di edifici posti in aree a rischio sismico riscontriamo un 19,66% di edifici costruiti secondo criteri antisismici, un valore di oltre 11 punti percentuali sopra la media nazionale. Quasi in linea il dato sulla verifica di vulnerabilità sismica realizzata nel 28,21% degli edifici.
Sul fronte delle certificazioni rileviamo mediamente dati sopra la media nazionale, con l’eccezione non poco significativa del certificato di agibilità (45,30%) inferiore di 13 punti percentuali rispetto alla media nazionale e quello di prevenzione incendi che con uno scarso 8,55% si attesta 26 punti sotto.
A disposizione delle istituzioni scolastiche ecco i servizi e le pratiche eco-compatibili: servizio di autobus (50,70%), edifici posti in ZTL (22,54%), percentuale media di prodotti biologici nei pasti (60%), raccolta differenziata, utilizzo di fonti di energia rinnovabile (18,31%), tutti dati sopra la media nazionale. Segnali negativi sul fronte del servizio di pedibus, non attivato, degli investimenti per progetti educativi o iniziative per under 14, utilizzo di piatti in plastica/carta nelle mense scolastiche (75,89%) e di acqua del rubinetto (23,21%).
Buono il dato sul monitoraggio dell’amianto che risulta effettuato in tutti gli edifici scolastici, preoccupante quello sui casi certificati (28,57%), oltre 18 punti sopra la media nazionale, anche se fa ben sperare quell’11,43% di bonifiche effettuate negli ultimi 2 anni, oltre 8 punti sopra il dato medio nazionale. Completo disinteresse delle città abruzzesi sulla questione radon su cui mancano completamente i monitoraggi: un dato che va contro il 32,05% del dato medio nazionale.
Quasi tutti sotto la media nazionale i parametri sull’esposizione degli edifici scolastici a fonti d’inquinamento esterne, con l’eccezione di quello sulla presenza di emittenti radio televisive (4,23%) contro il 2,32% nazionale e dell’esposizione a fonti d’inquinamento acustico (21,13%) contro l’11,36%. Assolutamente assenti i monitoraggi sulle antenne presenti in prossimità di edifici scolastici.
«In questi tredici anni di indagine di Ecosistema Scuola – spiega Antonella Carlucci, della sezione Scuola della segreteria regionale di Legambiente – abbiamo visto crescere la consapevolezza dell’importanza dell’edilizia scolastica come infrastruttura strategica. Apprezziamo gli sforzi degli anni passati fatti dalla Regione nella manutenzione straordinaria, ma non sono ancora sufficienti: la sicurezza e l’ammodernamento degli edifici devono essere una priorità dell’agenda politica. Proponiamo perciò che sia attivato un tavolo che mettere insieme le esperienze e la sensibilità di Regione, Enti locali e soggetti della società civile».
«L’edilizia scolastica – ha concluso Francesca Morgante, della sezione Scuola della segreteria regionale di Legambiente – deve rappresentare una priorità per le politiche della scuola. Per superare le attuali situazioni di emergenza, soprattutto presenti nel meridione d’Italia, riteniamo prioritario svincolare dal patto di stabilità gli interventi destinati alla messa in sicurezza delle scuole».
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