“Arriveremo” di nuovo a Porta Napoli


L’Aquila – (di G.Col.) – (Foto: la porta com’è e com’era) – Quando, nell’altra vita, gli aquilani meno pigri e viziosamente “centraioli” decidevano di passeggiare un po’, dicevano: “Arriviamo a Porta Napoli?”. Significava camminare (all’andata in discesa…) dal centro, sempre in rettilineo, verso la villa comunale, lungo il bel viale alberato Francesco Crispi, e spingersi fino a Porta Napoli. Oltre non si andava: cominciava infatti un tratto pericoloso di strada, tutto traffico e puzza, fino al curvone e poi a Mammarella, sempre in discesa. Fuori della porta non si spingeva il naso e si tornava indietro (in salita…) per poi, magari, camminare ancora verso la basilica di Collemaggio.
Una passeggiata urbana classica, domenicale. Sembrava chi sa cosa, era solo di un chilometro scarso…
Da oggi si potrà ancora “arrivare a Porta Napoli”, perchè la vecchia porta ottocentesca c’è, è tornata. Risorta dai pietosi ruderi e dai monconi del crollo. Restaurata garbatamente con 280mila euro dalla Fondazione Cassa di risparmio. Riportata alle forme che si presumono originali, risalenti al 1820, quando l’arco con due brevi ali laterali fu edificato sui resti di un’antica porta medievale, una delle 12 storiche che punteggiavano la cinta muraria di quando L’Aquila nacque a metà del 1200. Arco tinteggiato con l’arancione spento che si usa oggi per i monumenti, in contrasto con le parti in pietra bianca.
Due lampioncini in stile nella parte esterna, che oggi erano accesi e dovrebbero restare così, se uno credesse davvero il Comune capace di curarne la manutenzione. Cosa in cui pochi confidano… Basta guardare i due lampioncini in stile su ponte S.Apollonia. Non solo spenti da sempre, ma anche abbandonati e trascurati da molto prima del 2009. Ma la vita è fatta anche di un pizzico di fiducia. Anche se si affonda nel cattivo gusto e nella disattenzione ai particolari di buon gusto.
All’inaugurazione, questa mattina, un amico della città, l’ex sottosegretario Gianni Letta, che silenzioso e con affetto segue da sempre le tappe del ritorno cittadino verso una normalità di cui da oggi ha riacquistato un pezzetto. Un tassello, una tessera da mosaico. Che però influisce molto.
Nell’arco di Porta Napoli passa chi entra in città. Chi esce percorre l’altra corsia, senza arcata. Nessuno ha spiegato se il traffico tornerà, finalmente, a doppio senso da viale Crispi fin fuori città. Un’esigenza urgente, un altro ritorno a prima del 2009: dall’altra vita a quella di oggi. Contano anche i simboli, gli emblemi, i rituali.
Con Letta, le autorità aquilane: il sindaco Cialente, il presidente della Provincia Del Corvo, l’assessore alla cultura Stefania Pezzopane, e altri, oltre ai vertici della Fondazione Carispaq, naturalmente, oggi padroni di casa e mecenati. Un tocco di municficenza medicea per L’Aquila che silenziosa e sofferente, guarda trascorrere il tempo della seconda vita, non presago di liete notizie, viste le bufere e le diatribe sul concorsone. Che tristezza. Una speranza, quei due lampioncin fiochi accesi per chi arriva in città.


10 Novembre 2012

Categoria : Cronaca
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