Concorsone: prima che sia troppo tardi…


Vista la piega che stanno prendendo le vicende e i retroscena del concorsone (disonesto e ingenuo pensare di presentare il conto ad un sito on line e a Petullà…), prima che sia davvero troppo tardi e che accadano eventi gravi, c’è una sola cosa da fare: revocarlo, e procedere al rapido e semplice assorbimento dei precari, chiudendo la partita. Subito, entro l’anno. Esiste la possibilità di farlo, magari con procedure interne di emergenza, e prove concorsuali negli enti. Le risorse si troveranno, nel mare magnum di denaro destinato alla ricostruzione.
Anche perchè, senza gente che ci lavori, la ricostruzione non c’è e non potrà esserci.
I politici, tranne Giuliante, stanno danzando sull’orlo dell’abisso, dominati da un’incoscienza che dimostra quanto siano lontani, disinformati, estranei all’ansia, al dolore, alla disperazione profonda di chi non ha lavoro sicuro e non ne vede profilarsi in maniera pulita e corretta. C’è un fiume sotterraneo (per ora) di rabbia, di livore profondo, di non rassegnazione alle conseguenze estreme che serpeggia nel tessuto sociale. Siamo in zona rossa, ma non è quella (ormai quadriennale o quasi) della città distrutta. Tutti lo sentono, lo percepiscono, meno politici e reggitori delle istituzioni, da sempre non avvezzi a sentire la gente e i suoi sentimenti. E’ desolante, ma può diventare qualcosa di peggio. Possibile che nei palazzi non lo capiscano?



07 Novembre 2012

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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