L’intervista: il direttore di Bankitalia


banca-ditalia-prime-verifiche1L’Aquila – “Dai primi giorni dopo il terremoto, anche se ero da solo, sono stato a disposizione degli inquilini del quartiere, ed ho persino raccolto nomi, numeri di telefono e indirizzi e.mail: gli uffici non li avevano tutti. Sono amareggiato dalle parole di chi si lamenta e ci accusa di assenteismo. Ma come: siamo stati i primi a tornare in centro e l’ufficio appartamenti dispone di ben cinque impiegati…”: è lo sfogo del direttore della Banca d’Italia dell’Aquila, Giovanni Alfieri, una persona cortese e disponibile con tutti. Si riferisce anche ad articoli e interventi di lettori su InAbruzzo.com
Le notizie sull’esclusione del rione dalla zona rossa hanno creato confusione e interesse. Infatti, la contrada conta 273 appartamenti, dei quali 150 di classificazione A e B, 34 riscattati da privati, e ben 105 inagibili, molti lungo via dei Frentani e viale Duca degli Abruzzi. Un villaggio di oltre 1.200 abitanti, attualmente tutti fuggiti. La notte del sisma in via Marrucini si vissero almeno 3-4 ore drammatiche, tutti bloccati dai crolli, scosse violente che continuavano, strade chiuse, fughe impossibili se non a piedi, pezzi di edifici circostanti che continuavano a cadere su auto e persone rimaste imbottigliate, luci spente a intermittenza, fughe di gas e di acqua.

Direttore, che progetti avete?
-“Siamo partiti con i progetti dal mese di aprile, con sopralluoghi e verifiche, e impiego di molti tecnici, anche scelti dalla Banca. Tre ditte hanno l’incarico di eseguire gli interventi. Aiuteremo le persone accollandoci spostamenti di masserizie e traslochi. Finiti tutti i lavori, chi vorrà tornare, lo farà. I lavori per gli appartamenti di tipo A e B potrebbero concludersi presumibilmente entro dicembre”.
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Il quartiere è circondato da edifici pericolanti che fanno paura…
-“Tutto sarà messo in sicurezza, o con demolizioni o con altri interventi. Stiamo concordato con le autorità sistemi di ponteggi, puntellamenti e protezioni per alcune zone più esposte”.

Gas e altri servizi?
-“Quel che sta a noi fare, lo stiamo facendo. Ciò che tocca ad altri, non dipende ovviamente dalla Banca, che prevede di completare la sua parte di interventi su tutti gli edifici per dicembre, salvo imprevisti”.

Avete fretta di far rientrare le persone?
-“Guardi, la Banca non cerca tornaconti e non ha alcun tipo di interesse. Il quartiere non è un investimento, comporta problemi e uso di personale, spese enormi e una continua, difficile manutenzione, oltre che problemi di gestione. Non lo abbiamo scelto, ce lo siamo ritrovato: è un’eredità del passato, non una nostra scelta…”.

Avete intenti speculativi?
“Niente è più lontano dalle nostre intenzioni. I fitti sono calmierati. Ripeto, le spese enormi”.

La gente si preoccupa della sicurezza esterna agli appartamenti.
“Via Castiglione sarà messa in tiotale sicurezza, il “Casermone” sarà puntellato. Sarà adottata ogni misura necessaria. Ci sto pensando dal giorno dopo il terremoto”.

Si ritiene poco disponibile, come hanno raccontato ai giornali alcune persone?
“Il mio cellulare squilla di continuo, di giorno e di sera, e anche nei giorni festivi: sono sempre pronto a rispondere a chi mi pone domande, l’ho sempre fatto e ho rinunciato a molti giorni festivi senza raggiungere la mia famiglia a Milano. La Banca è in corso Federico II, cinque dipendenti si occupano del quartiere. Mi amareggia che si affermino cose false o inesatte, o riferite da pochissimi delle centinaia di inquilini che abbiamo. Ciò che deve essere fatto sarà fatto. Poi, chi vorrà potrà rientrare in sicurezza. Chi vorrà, ripeto…”.
(Nelle foto Col: Sopra, le prime verifiche alcuni mesi fa, sotto auto sfondate dalle macerie parcheggiate nel quartire il 6 agosto scorso)


10 Settembre 2009

Categoria : Le Interviste
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