A Varsavia ricordando Falcone
L’Aquila – (Foto: il prof. Francesco Sidoti) -Dopo il 2009, all’Aquila il tema della legalità è diventato centrale. L’Università dell’Aquila ha tentato in molti modi di dare il proprio contributo alla cultura della legalità. In questo spirito, a venti anni dalla strage di Capaci, è stata organizzata una giornata di studi, promossa dall’Università dell’Aquila e dall’Università di Varsavia, in Polonia, sotto il Patrocinio dell’Ambasciata d’Italia. L’evento si terrà l’8 novembre 2012 a Varsavia, con la partecipazione del procuratore Nazionale Antimafia dott.Pietro Grasso, della prof.ssa Maria Falcone e del dott.Michele Prestipino, Procuratore aggiunto di Reggio Calabria.
Molte persone che hanno collaborato con Giovanni Falcone, anche se impossibilitate a partecipare, hanno manifestato il proprio forte sostegno. Per tutti, sarà presente in video-conference da New York, Richard Martin, già addetto legale presso l’Ambasciata USA di Roma.
Il simposio prevede la proiezione del film Convitto Falcone, di Pasquale Scimeca, presso il Polish Film Institute, alla presenza di registi e produttori. Si svolgerà una messa solenne, nella Cattedrale delle Suore di Clausura Visitandine e sarà presentato il volume: “Giovanni Falcone. Un eroe solo”, alla presenza della professoressa Maria Falcone.
Tra gli altri, parteciperà Vito Catalano, nipote di Leonardo Sciascia, con una relazione a proposito della nota polemica sui professionisti dell’Antimafia.
“L’incontro – afferma il prof. Francesco Sidoti, criminologo, ordinario presso l’Ateneo dell’Aquila – si svolge anche in memoria di ‘Pizza connection’, il più grande successo investigativo internazionale del dopoguerra, reso possibile dalla collaborazione tra americani e italiani”. Il prof. Sidoti, che terrà una relazione dal titolo “Giovanni Falcone e il contributo specifico dell’Italia alla legalità internazionale”, continua:” In questa prospettiva, Varsavia è il luogo ideale di una celebrazione, perché Giovanni Falcone non era uomo di periferia: era al centro di quella lotta per la legalità che spesso si combatte nelle periferie più furiosamente che altrove”.
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