Riscoperta dell’antico cimitero napoleonico
Civita d’Antino – L’antica Civita d’Antino – sede di una importante Scuola di pittori scandinavi, voluta e guidata dal maestro danese Kristian Zarthmann, dall’ultimo quarto di secolo del 1800 sino al disastroso terremoto della Marsica del 13 gennaio 1915- conserva, mimetizzato in una magica e particolare atmosfera, un monumento di
particolare bellezza ed originalità: il “vecchio” cimitero napoleonico. E’ un monumento unico degno
di essere salvaguardato non solo perché rappresentativo del momento storico nel quale è stato realizzato ma
per poter conservare e tramandare la memoria collettiva di una comunità.
PROGRAMMA GIORNATA:
ore 10.45 appuntamento davanti la fonte di piazza Zarthmann ai piedi di Civita d’Antino, successivo in-
gresso nel Paese attraverso la strada che conduce a Porta Flora, a Palazzo Cerroni ed al Centro
Storico; successivo arrivo nei locali dell’antica Osteria ZAHRTMANN sita in via Roma, n. 9
ore 11.15 il vecchio Cimitero Napoleonico di Civita d’Antino:
- presentazione del monumento di Sergio BINI presidente di AICQ-ci;
- tavola rotonda sulla valorizzazione del monumento:
Giancarlo PELAGATTI presidente regionale di Italia Nostra;
Manfredo FERRANTE collezionista, discendente dell’omonima antica famiglia;
Antonio BINI esperto di marketing turistico;
Roberto ZAINA collezionista, curatore del sito www.civitadantino.com.
ore 12.45 passeggiata/escursione con visita al monumento
ore 13.45 possibilità di trattenersi a pranzo presso l’Antica Osteria Zahrtmann.
Alla ricerca delle tracce di un cenacolo scandinavo è stato scoperto
un piccolo gioiello: l’antico cimitero napoleonico di Civita d’Antino.
Il Ministero dei Beni Culturali ha avviato il procedimento per il vincolo
accogliendo la richiesta di Italia Nostra Abruzzo.
Grazie ad alcuni studi recenti sulla presenza dei pittori scandinavi della scuola italiana del maestro
Kristian Zahrtmann sta riemergendo l’interesse per Civita d’Antino (un piccolo paese dell’Abruzzo aquilano),
dimenticato dopo quasi un secolo di oblio conseguente al terremoto che colpì la Marsica il 13 gennaio 1915.
Un evento catastrofico che determinò il progressivo abbandono del piccolo centro della Valle Roveto, con-
dannandolo all’oblio. Molti abitanti emigrarono o si trasferirono a valle.
Antico municipio romano, nella seconda metà dell’ottocento Civita divenne una località frequentata
per oltre trenta anni da numerosi artisti scandinavi legati alla figura del maestro danese Kristian Zahrtmann,
che aveva eletto il paese abruzzese come sua seconda patria.
Sono innumerevoli i paesaggi di Civita e della Valle Roveto esposti nei più importanti musei scandina-
vi, spesso con titoli genericamente allusivi a paesaggi italiani o del sud Italia.
La ricostruzione della storia della singolare comunità artistica scandinava ha portato a scoprire come
uno dei pittori della scuola di Zahrtmann – lo svedese Anders Trulson – fosse deceduto a Civita e quindi ri-
masto per sempre in Abruzzo. La ricerca della sua tomba ha permesso di conoscere il vecchio cimitero del
paese, abbandonato da oltre settanta anni fa, in seguito alla realizzazione del nuovo, realizzato nella parte
opposta di Civita. Il fascino di questo antico cimitero è legato anche alla sua raggiungibilità, permessa ancor oggi solo at-
traverso un secolare sentiero.
In un libro pubblicato lo scorso anno dedicato al giovane sfortunato pittore svedese, le cui ceneri ripo-
sano nel vecchio cimitero (A. Bini e S. Bini, Anders Trulson è qui: breve storia del pittore svedese
rimasto per sempre tra le montagne abruzzesi, ed. Menabò), vengono approfondite per la prima vol-
ta le caratteristiche di questo singolare monumento funerario, le tecniche costruttive, i simboli che esso rac-
chiude e quindi l’«hortus conclusus». In questo piccolo limbo terreno per gli ospiti “non cattolici”, hanno
trovato ospitalità le ceneri del giovane sfortunato pittore svedese Anders Trulson e di altri viaggiatori inglesi.
La particolare posizione del cimitero, su un piccolo costone fuori dall’abitato, ha impedito che l’area
venisse, nel tempo, interessata da fenomeni di inurbamento e di annessione al tessuto urbano del Paese come
è avvenuto in gran parte dei cimiteri; tale circostanza ha fatto sì che il cimitero rimanesse integro come al
tempo in cui fu progettato e realizzato.
Questo “vecchio” cimitero, che si presenta come una sorta di urna collettiva, costituisce un’opera signi-
ficativa nella storia dell’architettura cimiteriale e colpì in passato l’archeologo inglese Thomas ASHBY du-
rante uno dei suoi viaggi esplorativi in Abruzzo. Il suo scatto riprese l’angolo del monumento che poggia so-
pra le antiche mura megalitiche.
Sulla base delle ulteriori elaborazioni dello studio effettuato nel testo, la Segreteria Regionale di Italia
Nostra ha provveduto a richiedere il “vincolo” nel dicembre 2011 alla Soprintendenza Regionale per i Beni
Architettonici e Paesaggistici per l’Abruzzo.
La Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per l’Abruzzo ha recentemente condiviso la
sollecitazione di Italia Nostra Abruzzo, avviando le procedure per sottoporre a vincolo la struttura ricono-
scendo “il suo valore architettonico e soprattutto storico che va al di là di un interesse puramente locale
perché traccia tangibile di un periodo significativo per la storia del nostra Paese”.
E’ una grande soddisfazione poter registrare che un piccolo gruppo di appassionati e caparbi studiosi
abbiano potuto avviare disinteressatamente ed in autocommittenza un progetto di salvaguardia di un gioiello
del patrimonio artistico diffuso nel territorio nazionale ed incontrare la tempestiva risposta delle organizza-
zioni di volontariato (come Italia Nostra) e delle Istituzioni pubbliche (la Soprintendenza per i Beni Architet-
tonici e Paesaggistici per l’Abruzzo).
Anche il presidente dell’Associazione Italiana Cultura per la Qualità centro-insulare (www.aicqci.it)
ha potuto fornire il proprio contributo metodologico utile all’analisi ed alla riscoperta di questo prezioso mo-
numento; elementi questi che verranno presentati ed illustrati durante la conversazione. Ci si augura che le
energie locali possano tradurre la valorizzazione in un progetto di sviluppo per poter accrescere la qualità
della vita ed il benessere degli abitanti e, quindi, tramandare il proprio passato alle future generazioni, garan-
tendo quotidianamente la necessaria tutela al monumento ed alle memorie storiche del territorio.
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