Chiodi presidente bis? Sul voto regionale del 2013 pesa la vicenda delle province sparite
L’Aquila – Secondo Chiodi, perplesso nella foto, sarebbe infondata ogni diceria sulla sua possibile candidatura al Parlamento. Sono parole dello stesso presidente, al quale le attribuisce Il Messaggero di oggi. Chiodi presidente bis, dunque, per la prossima legislatura regionale. I profili del prossimo assetto politico abruzzese sono, al momento, molto fumosi: un porto delle nebbie. Se è vero che in politica nessuno dice mai la verità , è anche vero che alle parole di un governatore uno si sente autorizzato a credere. Perciò Chiodi bis è un’ipotesi solida.
La politica abruzzese è in ebollizione, perchè la nostra regionale gode di una buona reputazione (nella bufera che imperversa su tante altre istituzioni sorelle), bisognerebbe supporre che dalle urne del 2013 non dovrebbe venir fuori una catastrofe sfiduciaria come quella avvenuta in Sicilia. Chiodi, in barba a ciò che dicono di lui e del suo governo gli avversari, ha rimesso a posto (a caro prezzo per tutti) i conti abruzzesi, e ha navigato a fatica nei primi mesi nel mare magnum del debito accumulato durante gli anni spensierati dei governi precedenti, un paio dei quali finiti anche in galera. Lo aveva promesso, e lo ha fatto, o meglio lo sta facendo. Va a rilento nella riduzione delle spese della politica e dell’istituzione, ma ci penserà Roma a ridurre tutti a più miti consigli. Tutto questo potrebbe voler dire che l’astensionismo abruzzese, nel 2013, sicuramente ci sarà perchè è un fenomeno ormai nazionali, ma risulterà non catastrofico.
Quindi la poltrona di Chiodi è ambita, specie ora che la parte più difficile del lavoro è stata portata a termine. Chi verrà , guiderà una regione meno disastrata rispetto al 2008, un vascello più agile e veloce nelle acque perigliose della vita italiana. C’è, però, un grosso punto interrogativo.
La cancellazione delle province di Chieti e Teramo (quest’ultima città del presidente Chiodi), alla quale ben difficilmente si potrà trovare rimedio e neppure il solito compromesso all’italiana, potrebbe costare cara in termini politici e di consensi elettorali. Soprattutto a Chiodi nella sua Teramo. E ai partiti, sia a Teramo che a Chieti, per non dire ai sindaci, e ai presidenti delle province ormai morenti. Ci sarà gente che subirà pesantemente la sparizione degli enti provincia, e ci sarà chi vorrà farla pagare a chi non è stato capace di attutire o evitare la mazzata. Chiodi, con la sua bocciata proposta di azzerare tutte le province, spuntata all’ultimo momento, non ha certo guadagnato consensi o condivisioni.
In questo clima tempestoso si va rapidamente verso il voto regionale. Se davvero Chiodi sceglie di fare il bis, affronta un impegno gravoso fin dai primi momenti della campagna elettorale.
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