Evacuazione tendopoli, si cercano soluzioni

L’Aquila – Se qualcuno pensava che l’evacuazione delle tendopoli potesse avvenire senza problemi, sbagliava. Non basta neppure offrire case in muratura o ambiente alberghiero agli sfollati: una casa sia pure provvisoria, alla Finanza oppure in un hotel, non risolve tutti i casi umani imprevedibili. Nella tendopoli di Piazza d’Armi, presidiata da ieri da forze dell’ordine e militari, una cinquantina di famiglie si rifiuta di accettare le destinazioni prediposte. Per molti non vanno bene e c’è da capire che in qualche caso è proprio così. Gli anziani non accettano di lasciare la città, di andare lontano, in altre comunità che sembrano loro ostili e qualche volta estranee. Hanno le loro abitudini, le loro esigenze, il loro medico di fiducia e soprattutto non possono muoversi con facilità, non hanno o non guidano l’auto, non se la sentono di affrontare spesso il terribile traffico aquilano che ogni giorno peggiora e scoppierà dopo il 21 settembre, alla riapertura delle scuole. E’ sempre accaduto, ogni anno la stessa storia in tempi normali: figuriamoci adesso. Ecco quindi trattative, colloqui, cambiamenti di destinazione, ma qualcuno si rifiuta comunque di lasciare la tenda, alla quale, forse, si era abituato. Si fanno però i conti senza l’oste, e l’oste è il freddo che già nelle ultime due notti si è fatto sentire: minime di appena 7 gradi hanno fatto tremare la gente e in molti casi ricorrere al riscaldamento e alle coperte.
Lo sgombero delle tende, in ogni caso, si sta rivelando anch’esso un groviglio di problemi ai quali, forse, non si era pensato prima e a sufficienza. E siamo appena all’inizio, perchè Piazza d’Armi era sì la più grande tendolpoli, ma ve ne sono altre di ragguardevoli dimensioni.

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