L’Aquila-Teramo, Pescara-Chieti
L’Aquila – ROMA ACCOGLIE LE INDICAZIONI DI DEL CORVO E DEL CAL – COSA FARA’ LA REGIONE? – (Foto: Del Corvo e la prima seduta del CAL a L’Aquila) -Il Governo ha deciso. La soluzione votata dal Consiglio delle Autonomie Locali presieduto dal Presidente Antonio Del Corvo (foto) e’ il destino delle province abruzzesi. Le Province saranno due: L’Aquila-Teramo, Pescara-Chieti. “Una conferma decisiva, che attesta la valenza dei lavori del CAL Abruzzo, contro alcune previsioni – ha dichiarato il Presidente Del Corvo – un risultato che ha tenuto conto dei pareri di tutti i protagonisti del territorio e che ha evidentemente trovato il pieno consenso, durante la seduta del Consiglio dei Ministri. Una soluzione che nasce dalle caratteristiche geografiche, economiche e sociali di due comprensori che presentano delle analogie, che unite possono fare leva sullo sviluppo e la valorizzazione della nostra terra”. Il consiglio regionale, aveva preferito ignorare questa indicazione e non aveva fornito alcuna proposta al Governo sull’accorpamento delle Province, essendo favorevole alla soppressione di questi enti. E’ stato anche dato mandato al presidente della Regione Gianni Chiodi di “impugnare dinanzi alla Corte costituzionale qualsiasi ipotesi di accorpamento dovesse essere decisa dal Governo”.
Le province italiane da 86 diventeranno 51, comprese le aree metropolitane.
LA REGIONE – Ora c’è da capire cosa farà la Regione Abruzzo che, come era stato minacciosamente annunciato in aula, ricorrerà contro ogni decisione diversa da quella approvata dall’assemblea: azzeramento di tutte le province. Un atteggiamento da pochi condiviso e definito da più parti rinunciatario, pilatesco, dettato da una sostanziale incapacità di assumere responsabilità . Se ci sarà un ricorso, non servirà , probabilmente, ad altro, se non a rallentare le procedure. La decisione del governo è infatti formalmente corretta: ridurre le province, non azzerarle, e fissare dei criteri di “sopravvivenza” basati su popolazione e territorio. La sola provincia in Abruzzo a possederli è quella di Chieti, che però verrebbe accorpata con Pescara dando automaticamente il capoluogo alla città adriatica. Cosa che a Chieti non accettano assolutamente. Ieri il sindaco Di Primio ha manifestato a Roma e poi si à incontrato con il Governo. Poche ore dopo, palazzo Chigi ha deciso per Aq-Te e Ch-Pe.
LE NUOVE REGOLE – Le regole fissate con la legge sulla spending review hanno stabilito criteri molto rigidi. Saranno messe insieme le Province che hanno meno di 350 mila abitanti o un’estensione inferiore ai 2.500 chilometri quadrati. Fatti gli accorpamenti, si procederà in maniera piuttosto spedita. Dalla fine di giugno del 2013 tutte le Province, anche quelle che non si vedranno toccare i confini, saranno guidate da un commissario, con la possibilità di trasferimento per i dipendenti. Ancora da stabilire se questa figura, che dovrà curare la transizione verso il nuovo regime istituzionale, sarà esterna, nominata dal prefetto, o se si tratterà del presidente uscente della Provincia. Le nuove realtà istituzionali eserciteranno le competenze in materia ambientale, di trasporto e viabilità . Perderanno, invece, alcune funzioni tra le quali quelle che riguardano il mercato del lavoro e l’edilizia scolastica. Alle porte cambiamenti anche sui sistemi elettorali. Se la Corte costituzionale nei prossimi giorni darà il via libera, i consiglieri provinciali saranno eletti non più dai cittadini ma dai consiglieri comunali.
MASCIA – “Il Governo ha deciso e ha approvato quest’oggi il Decreto legge sul Piano di riordino delle Province, adottando, come del resto ampiamente prevedibile, la decisione votata dal Comitato per le Autonomie locali, ossia l’accorpamento di Pescara con Chieti e di L’Aquila con Teramo. Ma soprattutto ha posto in capo alle Istituzioni locali, Comuni compresi, il rispetto di una fitta agenda di lavoro per la riorganizzazione di funzioni e servizi in vista dello scioglimento, addirittura per il prossimo gennaio 2013, dunque tra appena due mesi, delle giunte provinciali per avviare il percorso di riforma che, a questo punto, dovra’ procedere a tappe forzate”. Lo ha detto il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia commentando la decisione del Governo Monti che ha approvato il Decreto legge sul Piano di riordino. “Attendiamo di conoscere per intero il contenuto del Decreto – afferma il sindaco – che a questo punto, come del resto previsto dalla legge, assegnera’ alle citta’ piu’ popolose, quindi a Pescara, il ruolo di capoluogo della futura Provincia, un ruolo che siamo pronti a svolgere senza pero’ alcuna mortificazione degli altri territori coinvolti in questo delicato processo di riforma che ci chiede e ci impone un salto di qualita’, superando campanilismi e provincialismi, una qualita’ che gia’ appartiene a Pescara. Il Decreto, ovviamente, ora dovra’ essere convertito in legge, dunque mancano ancora alcuni passaggi fondamentali, che ci impongono di mantenere alto il livello d’attenzione – prosegue Albore Mascia – e purtroppo, cosi’ come lo stesso Cal non e’ riuscito ad arrivare a una posizione unanime, nonostante il dibattito ampio, approfondito e lungo che ha anticipato il voto, oggi non mancano dei ‘distinguo’ e delle divergenze sul provvedimento attuato. Comprendo personalmente i timori di vedere territori desertificati, a fronte di una Spending Review in cui la riduzione delle Province sembra essere solo il preludio di provvedimenti ben piu’ impattanti e che potrebbero determinare la chiusura di altri uffici pubblici, come Prefetture, questure, Tribunali e altro ancora, in nome di quel risparmio che pero’ potrebbe tradursi nel sacrificio di posti di lavoro e del relativo indotto”.
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