Autovelox, salvavita o spremisoldi?
Ofena – Scrive Dino Rossi, COSPA: “Autovelox: salva la vita o rimpingua i bilanci delle pubbliche amministrazioni male-amministrate? Ogni giorno, in Italia, in Abruzzo e soprattutto nel Pescarese, vediamo nascere come funghi gli autovelox, da quelli fissi a quei mobili, di colori diversi, verdi, gialli o paonazzi, posizionati al limite delle cunette, proprio sul ciglio della strada, come tanti alberi, dove ogni giorno qualche automobilista ci lascia le penne. Molti, sostengono che questi congegni salvano la vita. Noi pensiamo che servono solo ad estorcere altro denaro agli automobilisti già martoriati, dai rincari delle assicurazioni, dal costo della benzina e dal pedaggio autostradale sempre più caro.
Tutti i giorni gli automobilisti sono a rischio per le strade dissestate, incroci e curve pericolosi, segnaletica forviante e a volte nascoste tra le siepi, manto stradale viscido con qualche albero pronto a fermare la corsa dell’auto insieme alla vita del conducente. Intanto, in caso di incidente, sono pronti ad intervenire le forze dell’ordine, pronti ad accanirsi contro i conducenti, con verbali pesanti e sanzioni di ogni tipo, ma questi tralasciano le precarie condizioni in cui versano le nostre strade, che causano incidenti. Le forze dell’ordine, quando vengono chiamate, come prima cosa fanno i rilievi sui veicoli per accertare le colpe, vengono fatti test su droghe, ma non provvedono ad accertare e denunciare le pubbliche amministrazioni che si limitano solo a posizionare segnaletica, invece di eliminare i pericoli. In una strada di dieci km dell’Abruzzo interno, ci sono tanti segnali di pericoli, tanto quanto se ne trovano un libro di scuola guida. Tutte le pubbliche amministrazioni, invece di eliminare i pericoli, li segnalano. Un esempio? Strettoia: si potrebbe allargare con i mezzi di oggi, ma costa troppo. Curva pericolosa? segnaletica zebrata , luci ad intermittenza e guard rail rinforzati ed infine, l’ultimo ritrovato: le rotatorie, dove mancano le piante ci sono le rotonde di cemento armato. I dossi artificiali, posizionati sulle strade contrariamente al codice della strada, animali selvatici che attraversano, dove si registrano forti danni alle auto che nessuno ripaga e in alcuni casi c’è scappato il morto. Nella sostanza l’uomo, ha solo allargato, di poco le vecchie mulattiere tracciate degli asini. In quei tempi, se si incrociavano due asini accadeva qualche incidente solo nella stagione degli amori, con qualche contusione per i loro padroni. Oggi in queste vie se incrociano due mezzi pesanti, deve arrivare il carrofunebre. Dopo tutte queste gincane sopradescritte, ecco che arriva un forviante deterrente l’autovelox, pronto ad estorcere denaro agli automobilisti nei punti dove la strada è più sicura e permette di aumentare la velocità. Il limite imposto è di 50 km, limite superabile anche dai mezzi agricoli. Solo in Italia i mezzi agricoli non possono superare i 40 km, negli altri stati della UE possono raggiungere la velocità di 50 Km. In Italia abbiamo la quota anche sulla velocità!!! Non ci resta che sperare qualche amministratore con la coscienza pulita utilizzati i proventi secondo la Legge 120/2010: “per gli enti locali di rendicontare all’amministrazione centrale attraverso una comunicazione che documenti la ripartizione annuale dei proventi realizzati. Ed il richiamato articolo ovviamente, si premura di dare anche indicazioni su come impiegare questo “ricavo”. Difatti, il 50% degli introiti derivanti dalle multe dovrebbe essere destinato alla sicurezza stradale di cittadini ed automobilisti”. Rispetteranno la legge le nostre pubbliche amministrazioni o pensano solo ad estorcere denaro per cene di lustro? Cominceremo a spulciare sui bilanci dei Comuni e delle Province al fine di verificare l’utilizzo dei proventi degli autovelox, anche loro come gli automobilisti dovranno la Legge, in caso di distrazione dei fondi le denunce fioccheranno”.
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