“Il DDT scoperto nel fiume dal marzo 2012″
Pescara – VELENI NEL FIUME, C’ERA CHI PREFERIVA NASCONDERE TUTTO – Carlo Costantini, capogruppo IdV al consiglio regionale, divulga una rivelazione della massima importanza, anche se non del tutto sorprendente: “Il DDT nel Fiume Pescara rinvenuto anche dall’Istituto Superiore di Sanita’ sin dal marzo 2012″.
Il 12 dicembre 2011 un Giudice del Tribunale dell’Aquila ha disposto il sequestro della nave che aveva appena iniziato il dragaggio dei fanghi del Porto canale di Pescara; fanghi che poi sarebbero stati sversati in mare, a poche miglia dalle nostre spiagge.
L’Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente aveva certificato che i fanghi da dragare non fossero pericolosi, diversamente da quanto accertato in una perizia commissionata dalla Procura Distrettale Antimafia dell’Aquila, che aveva invece rinvenuto, tra l’altro, la presenza di un pericoloso pesticida (il DDT), in misura di gran lunga superiore alle concentrazioni massime consentite dalla legge.
Agli incapaci ed agli inetti che da anni governano le nostre istituzioni non e’ parso vero di avere finalmente la possibilita’ di indicare un colpevole diverso da loro.
E cosi’ in poco tempo questo Giudice, peraltro dell’Aquila, e’ diventato per larga parte dell’opinione pubblica il responsabile di tutti i guai della marineria pescarese, il vero colpevole del blocco delle attivita’ di dragaggio del Porto canale di Pescara.
In effetti le cose non potevano andare in modo diverso, perche’ se si fosse ammesso che il Giudice aveva ragione, tutti quelli che avevano gia’ autorizzato lo sversamento in mare dei veleni, tecnici e politici, sarebbero stati costretti ad andarsene a casa un minuto dopo.
Meglio, quindi, prescindere dalla verita’, costruendone una “mediatica” fatta da un responsabile (un Giudice) e da un fatto (la presenza di veleni nei fanghi del Porto canale di Pescara) sempre escluso dagli addetti ai lavori e comunque mai chiarito definitivamente.
Mai chiarito al punto che, a distanza di circa 10 mesi, gli organismi competenti hanno appena reso noto che avranno bisogno di altre settimane, prima di poterle iniziare!
C’e’ una domanda, pero’, alla quale nelle ultime settimane non ero riuscito a dare una risposta: perche’ se le analisi non sono neppure iniziate, il Provveditorato alle opere pubbliche del Lazio ha gia’ approntato un bando di gara per il dragaggio che implica la disponibilita’ di un impianto per il trattamento e lo smaltimento “a terra” di rifiuti pericolosi?
La risposta ho potuto darmela solo qualche giorno fa: perche’ i fanghi sono avvelenati e gli addetti ai lavori, che lo sanno gia’ perfettamente da alcuni mesi, hanno impedito ai cittadini ed all’opinione pubblica di saperlo.
Dopo istanze di accesso e minacce di ricorsi all’autorita’ giudiziaria sono stati costretti a fornirmi il documento che pubblico, che rivela come sin dal marzo di quest’anno fosse certificata dall’Istituto Superiore di Sanita’ – a conferma della perizia elaborata per conto della Procura aquilana – la presenza di DDT nei fanghi del Porto canale di Pescara in misura pari anche a dieci volte la concentrazione massima consentita dalla legge (allegate anche le relative tabelle sulle concentrazioni massime).
In pratica ci hanno preso per i fondelli per mesi, depistando le informazioni con silenzi, reticenze e complicita’ e consegnandoci un colpevole, il Giudice dell’Aquila, al quale dobbiamo invece gratitudine e riconoscenza, per aver fermato appena in tempo il Commissario Testa e per aver evitato, con il suo intervento, la contaminazione diretta delle acque del mare nel quale, questa estate, abbiamo passato giorni interi, insieme ai nostri figli.
Il Giudice del Tribunale dell’Aquila e’ lo stesso che, pochi giorni fa, ha condannato per omicidio colposo i membri della Commissione Grandi Rischi, per avere omesso di fornire informazioni corrette ai cittadini dell’Aquila.
Ed uno dei condannati in questo stesso processo e’ chi, in quanto destinatario delle nuove analisi prodotte dall’Istituto Superiore di Sanita’, le ha tenute (o ha contribuito a tenerle nascoste) nel cassetto per mesi.
Strane coincidenze che mi portano a pensare che se fosse stato per loro, esattamente come a L’Aquila, anche a Pescara avremmo potuto tranquillamente sversare i veleni in mare e farci dentro il bagno, insieme ai nostri bambini.
Tanto la soluzione del problema non e’ mai nella verita’; la soluzione e’ nel tenerla nascosta: parola di Bertolaso!”.
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