DELITTO REA, ERGASTOLO AL SOLDATO
Teramo – (ore 20,10) – (Foto: Parolisi, e sotto nella composizione dall’alto in senso orario, Parolisi. Melania Rea, la giudice Marina Tommolini e il fratello di Melania, Michele) – Poco prima delle 20, sentenza: ergastolo per il caporalmaggiore Salvatore Parolisi. Sua moglie, Melania Rea, che se fosse ancora viva avrebbe compiuto 29 anni, fu uccisa con 35 coltellate il 18 aprile 2011 in un boschetto a Ripe di Civitella. La sentenza, con il rito abbreviato, e’ stata emessa dal gup Marina Tommolini dopo circa tre ore di camera di consiglio. Gli avvocati dell’imputato avevano chiesto l’assoluzione con formula piena. Parolisi e’ detenuto nel carcere ‘Castrogno’ di Teramo dal luglio 2011.
A Salvatore Parolisi , che ha 34 anni, sono state comminate tutte le sanzioni accessorie, dall’interdizione perpetua dai pubblici uffici alla perdita della patria potestà genitoriale. Sono state accolte in pieno, quindi, le richieste dell’accusa; in considerazione del rito abbreviato è stato escluso l’isolamento diurno.
“Non ha vinto nessuno, non ha vinto nessuno”. Così, con le lacrime agli occhi, il papa’ di Melania, Gennaro Rea, ha commentato la sentenza. Una delle zie di Melania Rea si è affacciata dal portone della casa dei genitori della donna uccisa dal marito ed ha urlato ai giornalisti: “Avete sentito”. Ed ha fatto un breve applauso. La donna ha anche riferito che Vittoria, la mamma di Melania, non se la sente, al momento di rilasciare dichiarazioni.
Il giudice Marina Tommolini ha anche disposto una provvisionale di un milione di euro a favore della piccola Vittoria e 500 mila euro ciascuno per i genitori di Melania. Confermate tutte le accuse dei Pm a carico di Parolisi che doveva rispondere di omicidio pluriaggravato dalla minorata difesa vilipendio e deturpamento di cadavere. Parolisi non era in aula alla lettura del dispositivo. Quando e’ arrivato e ha saputo della condanna gli hanno chiesto se voleva che venisse riletto: ha risposto di no.
L’ergastolo, carcere a vita, è una pena che deriva dal diritto romano: ergastulum significava lavoro in un campo di restrizione, dal quale non si usciva per tutta la vita. E’ una pena in vigore in quasi tutto il mondo occidentale: Europa, Americhe, ma anche in Russia, Cina e Australia. Alcuni paesi del mondo, specie nell’America del Sud, lo hanno invece abolito. Il rito abbreviato, come nel processo appena concluso, è premiale nel senso che rende il dibattimento più veloce con la sua conclusione nell’udienza preliminare. Vi sono dei limiti anche per l’appello. La pena può essere ridotta di un terzo, o, come nel caso di oggi, ridotta ad ergasolo senza isolamento diurno.
“Siamo soddisfatti da questa sentenza perche’ Melania ha avuto giustizia. Lo ha detto – riferisce l’AGI – Michele Rea, fratello della vittima. Tuttavia, ha aggiunto, “non siamo contenti perche’ si tratta del papa’ di Vittoria e del marito di Melania. Come famiglia ne usciamo sconfitti. Non ci sono vincitori. Volevamo incontrare Salvatore per vedere la sua reazione a questo profondo dolore che ha provocato alla nostra famiglia”, ma lui non c’era
“Siamo abituati a fare lavoro difficile. Ora aspettiamo con ansia la decisione del giudice perche’ vogliamo leggere le motivazioni per vedere come sono state superate le nostre obiezioni. Parolisi era dispiaciuto, ha ribadito fortemente la sua innocenza dobbiamo avere la testa alta nel bene e nel male, queste situazioni vanno affrontate”. Lo ha detto Walter Biscotti, uno dei legali di Salvatore Parolisi secondo il quale “il giudice era commosso, non era tranquillo al momento della lettura del dispositivo della sentenza”.
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