Repubblica, gli allarmi tenuti nascosti
L’Aquila – “La sequenza in corso può evolversi con successive scosse di terremoto di magnitudo confrontabile a quelle di questi giorni”, scrivevano gli scienziati dell’Ingv il 9 aprile del 2009, tre giorni dopo la scossa principale. “Le zone adiacenti all’area epicentrale hanno una probabilità non trascurabile di essere interessate da attività sismica. In particolare la zona sud-orientale potrebbe essere sede di futuri terremoti di magnitudo moderata o forte”. È questo l’allarme lanciato da Enzo Boschi (presidente dell’Ingv) e Franco Barberi (presidente vicario della commissione Grandi rischi). Tutto sarebbe avvenuto tre giorni dopo il forte sisma del 6 aprile 2009.
Ma gli ulteriori rischi che correva l’Abruzzo non furono resi noti all’opinione pubblica. Lo rivela oggi il sito di Repubblica, chiedendosi se furono avvertimenti di questo tipo ad essere censurati. Quanto emerge rende sempre più inquietante la vicenda che sta venendo fuori dalle intercettazioni che il quotidiano romano sta rivelando.
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