Tempesta di… onde, ce n’è per tutti
L’Aquila – La città periferica com’è e come sarà : l’immagine scattata il 7 settembre da viale De Gasperi, accanto alla sede dei costruttori, l’ANCE, la dice tutta su come abbiamo lasciato crescere una città che oggi, visto che bisognerà in gran parte riprogettarla e cambiarla, potrebbe comunque diventare migliore. Il terremoto visto come occasione per rimodellare il tessuto urbano, almeno per quanto si potrà e soprattutto si vorrà farlo. Esiste la sensibilità a certi problemi e a certe esigenze primarie? Finora ignoranza, arroganza, arrivismo, insensibilità e sete di lucro hanno azzerato qualsiasi pervenza di decoro, cultura estetica, rispetto della salute, coerenza con le regole ovunque vigenti nei paesi civili. Anche in tante città italiane.
Accanto all’ANCE, a pochi metri da palazzine abitative e dalla strada, e non lontano da una scuola, passano sfiorando i tetti due linee elettriche ad altissima tensione. La città è cresciuta attorno e lungo tali linee, sorrette da alti tralicci, violando spesso le norme elementari di rispetto che pure esistono. Le linee c’erano prima, quindi la colpa va tutta ascritta a chi ha consentito l’edificazione. Nel tempo, tutte le amministrazioni comunali aquilane nelti ultimi trent’anni, a dire poco e approssimativamente. Ma non basta. In tempi assai più recenti, è stata consentita – con ampi benefici economici, come accade in casi del genere – l’edificazione di una alta, possente e vistosa torre di sostegno per antenne cellulari e di altro tipo. Inutile, come sempre, ogni intervento della stampa, a suo tempo. Poco lontano, c’è un traliccio che sorregge parabole e altre attrezzature ricetrasmittenti dell’Enel. In pochi metri quadrati, una spaventosa concentrazione di onde elettromagnetiche di decine di frequenze differenti, una tempesta incontenibile di radiazioni che bombardano l’ambiente e chi ci vive.
Ci sarà qualcuno che addosserà colpe e omissioni alle precedenti amministrazioni storiche per le costruzioni sotto le linee ad altissima trensione. Ma per l’antenna cellulare, le giustificazioni saranno difficili da trovare.
Ci si dovrebbe domandare quale sonno dormivano negli anni ambientalisti e accigliati tutori della salute, naturisti, esteti della periferia, voci tonanti pronte a insorgere ad ogni minimo accenno, purchè però non si tocchino interessi e potentati. L’ambientalismo abruzzese ciarliero e superficiali che ha chiuso gli occhi per decenni sulla più grande discarica di veleni d’Europa, tra Bussi e Popoli, è sicuramente capace di questo e altro. Quanto ai tutori delle regole, dov’erano dovrebbero spiegarlo agli aquilani. Certo è che la città costruita fino al 6 aprile scorso non era davvero un modello di ordine, coerenza, crescita corretta, tutela del bene comune. Era un pasticcio spesso osceno, una malapianta invasiva e disordinata che oggi rivela un’amara evidenza: forse è bene ricominciare da capo, davvero, e su tutto. (Nella foto Col: Due linee ad altissima tensione su tralicci, e in mezzo l’antenna cellulare)
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