No, Galileo lasciatelo stare
L’Aquila – (di G.Col.) – (Immagini: Galileo, il suo Dialogo dei Massimi Sistemi e i suoi disegni nel Sidereus) – Nella buriana sulla sentenza per la Commissione Grandi Rischi, qualcuno ha sfoderato il nome di Galileo Galilei. Inopportuno e grossolano farlo. E’ evidente che i politici che aprono bocca, hanno dimenticato di collegarla al cervello, oppure di Galileo hanno sentito parlare dall’orologiaio che ha in cura il pendolo di casa.
Non è rispettoso, e neppure coerente parlare di Galileo in questa vicenda. E’ solo sfrontato. Galileo, uno dei pochi italiani che il mondo venera e rispetta, a piena ragione, è il padre del metodo scientifico, sul quale si basa la scienza. Non è il solo padre, ma sicuramente quello più autorevole, un genio totalmente isolato che cambiò il mondo usando spaghi, pietre, pezzi di legno, e il cervello alimentato a forza di matematica.
Oggi la scienza invece usa e inghiotte somme enormi di denaro, distribuisce incarichi, allori, prebende e smisurate poltrone in collegamento diretto con il potere politico. Non assume quasi mai posizioni coraggiose, è spesso prona ad adeguarsi, diciamo, ai diktat delle istituzioni. In certi campi, non produce neppure grandi risultati, e in Italia costa molti soldi, negati invece alla ricerca e ai cervelli, costretti ad emigrare. Qualche volta prende anche cantonate eclatanti, come quella sulla velocità dei neutrini. Voglia di calpestare Einstein? O soltantio approssimazione e leggerezza? Non sta a noi giudicare, ma seguire ciò che accade sì.
Chi ha trascinato nel guazzabuglio di questi giorni Galileo l’ha sparata grossa. Il genio toscano fu processato per aver scoperto come funziona il mondo, e spiegato come farlo. Nel nostro caso non ci sono scoperte: tant’è che la scienza sismologica urla a gran voce di non poter prevedere i terremoti. Non può e non sa farlo. Galileo pagò alla chiesa il suo coraggio nell’osservare la natura. Osservare, badate bene. Qui chi osserva, magari il radon, cercando di capirci qualcosa, è trattato da sciamano e imbecille. Invece di essere aiutato e sostenuto dai blasonati. Magari per essere poi smentito, ma solo dopo un’attenta, coscienziosa e lunga osservazione. Visto che con i terremoti non ci capiscono nulla, perchè non tentare altre strade e dare ascolto a chi lo fa senza diventare ricco e sedere sul poltrone molto remunerative?
Galileo analizzava, e qui manca proprio l’analisi: quella del rischio durante uno sciame sismico. Galileo intuì grazie al suo cervello libero, luminoso, non influenzato da secoli di piattume intellettuale, che la Terra e il cielo sono diversi da come volevano i preti e i papi, e osservando scoprì e dimostrò. Non prese premi Nobel, ma una condanna e un’umiliante costrizione all’abiura. Qui le cose stanno diversamente: la scienza colpita da un giudice coraggioso si ribella, morde, e chiama a raccolta i suoi portaborse e protettori. Ma soprattutto, in un fenomeno naturale dal quale ci si poteva difendere, morirono 309 persone, durante la fuga affannosa da ogni responsabilità di chi era tenuto prima di tutto ad essere chiaro. Semplicemente dicendo: abbiate paura, siate prudenti.
Il processo è un atto di giustizia. Citare Galileo è un atto di stupida presunzione e di tracotante ignoranza. Tentare di farne una specie di testimonial è aberrante. Ma, al punto in cui siamo, non bisogna meravigliarsi, e mormorare “Eppur si muove”. Il marasma dei detrattori della sentenza, infatti, va scemando, qualche bocca comincia a chiudersi. Un altro processo si prepara, e non si sa mai… Cambiare gabbana è un’altra delle caratteristiche dei ciarlatani e dei mistificatori. Sta scritto nello stemma dell’Italia, da sempre campionessa nella specialità .
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