LE POCHE RIGHE CHE AVREBBERO SALVATO MOLTE VITTIME E GLI IMPUTATI
L’Aquila – (Immagine: la prima pagina del sito INGV: lo slogan è “io non rischio”) – E’ 31 marzo 2009, la Commissione Grandi Rischi inviata dal capo della Protezione civile, Guido Bertolaso (con intenti anche mediatici, si seppe molto tempo dopo) si riunisce e si scioglie in poco tempo, presente il sindaco Cialente, arrivato in ritardo. Sarà partorito un verbale sulla situazione sismica a L’Aquila, firmato però soltanto il 6 aprile, a terremoto avvenuto. Poche righe inutili. Ignote alla gente. Tanto, il peggio era già avvenuto.
Proviamo a scrivere oggi, a sentenza emessa e a polemiche in atto, le poche righe che avrebbero potuto salvare molte vittime e anche gli imputati, ieri condannati a sei anni ciascuno. Per omicidio colposo, disastro e lesioni. Poche righe che, firmate dalla Commissione, dalla Protezione civile, dal sindaco e magari anche dal prefetto, avrebbero sortito l’effetto più urgente e necessario: mettere in guardia la popolazione, attraverso un’attenta analisi e divulgazione dell’analisi del rischio: Un elemento che è centrale nella requisitoria – davvero stringente – del PM Picuti. L’analisi del rischio. Poche righe che dovevano essere divulgate e tutti erano pronti a farlo: noi per primi, na anche radio, tv e altri mass media. Nel volgere di pochi minuti.
Ecco cosa sarebbe bastato scrivere:
“AQUILANI, E’ IN ATTO UNO SCIAME SISMICO CON SCOSSE ANCHE RILEVANTI, INTENSITA’ E FREQUENZA CRESCENTI, E FORTI ACCELERAZIONI DEL SUOLO. LA SCIENZA NON PUO’ DIRE SE PORTERA’ AD EVENTI VIOLENTI O NO. LA STORIA DICE CHE, ALMENO ALTRE DUE VOLTE, GLI SCIAMI HANNO PORTATO A SCOSSE DISTRUTTIVE: 15° E 18° SECOLO. PREVISONI TUTTAVIA NON SONO POSSIBILI. INVITIAMO TUTTI AD ESSERE PRUDENTI E A NON MINIMIZZARE O SOTTOVALUTARE LA SITUAZIONE. OGNUNO ASSUMA RESPONSABILI DECISIONI”. E magari anche, come fanno i presidenti americani, “CHE DIO CI AIUTI”.
Non è stato scritto e divulgato niente del genere. Nessuno ha assunto responsabilità nè deciso come comportarsi con la popolazione terrorizzata, che si radunava atterrita in piazza Duomo ad ogni scossa forte. Si puntava solo a demonizzare Giuliani, che era l’unico a dire qualcosa, affidandosi ai livelli di gas radon.
Di fronte ad una montante emergenza, si scelsero il silenzio, l’inerzia, e in caserma c’erano 12 vigili del fuoco di servizio. Come sempre quando è il momento delle scelte e delle decisioni, lo Stato si eclissò. Pavidità e scaricabarile, politica e ionterferenze? Forse. 309 persone morirono, molte solo perchè rassicurate, Sette scienziati sono stati condannati, e c’è chi ritiene che con loro dovevano esserci anche altri.
Il concetto cardine dell’analisi del rischio fu ignorato. Oggi l’INGV (l’Istituto nazionale di geofisica) tiene in prima pagina sul suo sito il logo che riproduciamo, incentrato proprio sul rischio.
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