Appannate i vetri prima di consumare

(Immagine da Internet) – Le cronache riferiscono di sei persone, tre gagliarde prostitute straniere e i loro casuali cavalieri, che avranno da vedersela con la giustizia perchè “consumavano” in auto, ovvero quasi in bella vista, considerando che – probabilmente – i vetri dei mezzi non risultavano appannati. Se lo fossero stati, i consumatori avrebbero potuto avvalersi di una vecchia sentenza (forse addirittura di Cassazione, se ricordiamo bene) che diceva: “Se il reato viene consumato in un luogo di cui non si scorge l’interno, i consumatori non sono perseguibili”. Naturale: da fuori non si vede niente…
Il consiglio al drappello di “vittime” della giustizia (sorprese a Pescara da occhiute forze dell’ordine e della morale) è: appannare i vetri dell’auto, con qualsasi mezzo, anche il fiato, magari fino a rimanerne privi o ad ansimare. Senza privarsi delle forze necessarie per ansimare, dopo, in una diversa operazione. Appannare, e collocare magari l’auto-alcova in spazi meno penetrabili dagli sguardi di inflessibili custodi della pubblica decenza. Ammesso che compiere atti sessuali sia indecente: difficile da affermare, trattandosi di azioni del tutto naturali. Magari, questo sì, da attuare più privatamente.
Pare strano occuparsi di cosette così irrisorie (dopo tutto, chi non ha praticato sesso in auto da dopo l’invenzione della suddetta?), in un’Italia che ribolle di ladroni, violenti, rapinatori, venditori di morte e così via. Ma capita. E finchè c’è… consumo di questo tipo di svago, c’è anche speranza. Suvvia, magari chiudiamo un occhio quando vediamo un’auto ferma che ondeggia. Non accadrà nulla sorvolando su certi “crimini”. Secondo noi è molto, molto più grave che un assessore spenda 220 euro a persona (di denaro pubblico) per offrire la cena ad un’amica, prima di … consumare con lei in un albergo a 500 euro a notte. Non credete?