IdV: “Province, tra campanili e ristrettezze”
L’Aquila – PER DE SANTIS “COSI’ COME SONO RISULTANO INUTILI” – “Da settimane la politica regionale, ai diversi livelli istituzionali e con i maggiori rappresentanti dei Partiti, e’ impegnata in una discussione fumosa ed inconcludente sul riordino delle Province, affontando il tema solo dal punto di vista della parrocchia dei singoli protagonisti politici, non da quello della funzionalita’ dei servizi e dell’utilita’ per i cittadini abruzzesi”. Lo afferma l’asessore comunale dell’Idv, Lelio De Santis. “La proposta del Cal (Consiglio delle Autonomie locali) dell’accorpamento L’Aquila-Teramo e Pescara-Chieti – prosegue -si scontra con la rivendicazione della sede dell’Ente e con il campanilismo piu’ sfrenato. La pretesa di ridisegnare gli ambiti provinciali, pensando solo alle sedi ed ai campanili, alle poltrone ed al clientelismo, senza immaginare un nuovo assetto istituzionale ed una diversa distribuzione delle funzioni amministrative nel territorio regionale, significa parlare a vuoto e tenere le bende agli occhi.
Una Regione di appena un milione e duecentomila abitanti, alle prese con una grave crisi economica e con irrisolti squilibri terrioriali, non puo’ permettersi altri scontri politici e contrapposizioni campanilistiche, che finirebbero per far sprofondare l’Abruzzo nel profondo Sud. La classe politica regionale – dice l’assessore – batta un colpo e dimostri di essere all’altezza delle responsabilita’ che il momento difficile richiede: capisca che le Province, cosi’ come sono ridotte senza mezzi e senza funzioni vere, non servono!”.
Per De Santis “una classe politica che voglia fare gli interessi degli abruzzesi non puo’ continuare a perdere tempo su un falso problema, invece di occuparsi del lavoro che non c’e', della sanita’ che non funziona, delle tasse che aumentano, della ricostruzione che non decolla, delle indennita’ di assessori e di Consiglieri regionali che non diminuiscono. Un po’ di buon senso da parte di tutti – commenta infine le’sponente dell’Idv – dovrebbe convincerci che e’ utile e giusto sopprimere le Province, assegnando le residue competenze ai Comuni e recuperando le risorse finanziarie per destinarle ad investimenti mirati per creare occupazione per i giovani, per creare nuovi lavori nel settore dei Beni culturali e della tutela dell’ambiente”.
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