Ci siamo, è pronto, ma non arriva nulla…
Sapete quando al ristorante, magari affollato ma male organizzato, il cameriere imbarazzato dice al cliente in attesa da 40 minuti: “E’ quasi pronto, arriva subito…”. E non arriva niente. Un po’ perchè il servizio è cattivo, un po’ perchè in cucina non ci sono cuochi ma zappatori strappati alle vanghe. Spesso al povero cliente affamato non è stato servito neppure un pezzetto di pane per ingannare il palato, manco a dirlo un goccetto di vino.
E’ questo tipo di scena che ci ricorda ciò che sta avvenendo nell’attesa della ricostruzione aquilana. Dopo le becere liti tra politici, guarda caso prima delle elezioni; dopo gli anni persi in confusioni, risse, pasticci, ritardi, tsunami burocratici, ecco che ogni tanto compare il Ministro Barca e annuncia: “Ci siamo”. Oppure: “I soldi sono pronti”.
I miliardi di euro popolano i comunicati, le conferenze stampa, ma non si vedono. Sono ectoplasmi di denaro. Le filiere non filano. Gli uffici attendono un allucinante concorsone con 36.500 domande per 300 posti, la metà dei quali destinati ad un precariato che è almeno quattro volte più numeroso. Gli ingegneri bofonchiano.
Il sindaco Cialente dice che fra 4 anni prenderemo il caffè all’Eden, annuncia che “entro la seconda metà del 2013″ partiranno molti cantieri. Un concerto di dicerie, voci, trombe che strombazzano, violini di spalla poco Stradivari e molto banda di paese, e il povero cliente del ristorante che continua ad aspettare. 3 anni, presto saranno 4, che ci vuole ad arrivare a primavera 2013 ?
Tempo fa c’imbattenno in un tizio che disse: “Io, casa mia me la sono rifatta senza aspettare questi buffoni, senza tendere la mano, senza la minima fiducia in nessuno. L’ho rifatta, avevo qualche soldo rimediato in una vita di rinunce”. Rara avis, quell’uomo. Ma beato lui cento volte, mille volte. Ha salvato la casa, la dignità , e si è risparmiato il fegato.
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