Risparmi, le Regioni tornano alla verginitÃ
Di caste fanciulle votate alla verginità (o almeno ad un sapiente quanto chirurgico ripristino di purezza) ce ne sono almeno 21 in Italia: le Regioni. Oggi 11 ottobre, Napolitano ha lanciato un appello al risparmio, alla pulizia, alla moderazione nell’uso del denaro pubblico. A tamburo battente ha risposto il nostro presidente Nazario Pagà no. Quasi un novello eroe che offre il petto alla mitraglia nemica. “Siamo pronti, presidente, entro il 30 novembre l’Abruzzo sforbicerà alla grande, virtuoso”.
Prima di esprimere qualche pensierino (vecchio vizio che non riusciamo a chiudere nel cassetto per sempre), diciamo che l’Abruzzo virtuoso pare essere davvero, tra altre regioni spendaccione e scollacciate, intente a dilapidare denari in crapule e osceni festini con tanto di muso di porco. L’Abruzzo era pieno di debiti, e ora ha i conti abbastanza a posto, con vistosi risparmi decisi prima che esplodesse la catastrofe mediatica attorno alla Polverini. Pagati salati dagli abruzzesi, peraltro.
Detto ciò, per dovere, ricordiamo pure che il consiglio regionale impiegò un anno a tagliarsi gli stipendi, a ridursi le prebende, a mollare un po’ della smodata adiposità delle proprie buste paga. Insomma, erano recalcitranti un po’ tutti, a cominciare dai fieri difensori del sociale e della povera gente.
Oggi che spira il vento della tempesta (in divisa da finanziera), che le auto delle fiamme gialle sono di solito più numerose delle auto blu presso i palazzi regionali, ci si precipita a issare il vessillo della virtuosa moderazione. Non ci piace, tutto ciò. Se i risparmi fossero stati decisi senza tintinnii di manette e finanzieri alla porta, sarebbe stato da paese serio. Cioè da un altro paese, non da Italia.
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