Province, una deriva inquietante
L’Aquila – (di Alfonso Magliocco, PdL) – TUTTI SEMBRANO AVER DIMENTICATO CHE C’E’ IL CAL – (Foto: la prima riunione del CAL) – La vicenda province sta assumendo contorni inquietanti. Nella riunione svoltasi ieri in Regione è stata affrontata e discussa l’ipotesi di istituzione della Provincia unica e quella delle due Province (L’Aquila e Chieti/Pescara/Teramo) non prendendo minimamente in considerazione il risultato emerso dal Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) che vogliamo ricordarlo è organo previsto dall’art. 123 della Costituzione. La votazione del CAL, seppur frammentata, ha visto prevalere la proposta dell’ istituzione di due province (L’Aquila/Teramo e Chieti/Pescara) che sembra essere, ai più, quella più equilibrata.
L’esistenza di campanilismi e di tentativi mai sopiti di togliere a L’Aquila lo status di Capoluogo di Regione stanno condizionando il dibattito sull’accorpamento delle Province che invece avrebbe avuto bisogno di maggiore prudenza e soprattutto di analisi di maggior respiro rispetto alle esternazioni campanilistiche utili soltanto a racimolare consenso da parte della vecchia politica, incapace di uscire da schemi autoreferenziali e per lo più estranei ai cittadini sempre più disorientati.
Non si notano, infatti, nel dibattito in corso valutazioni oggettive in grado di determinare la migliore scelta possibile. L’ipotesi della provincia adriatica (Chieti/Pescara/Teramo) viene proposta soltanto in base a convenienze localistiche che non tengono in considerazione i disequilibri che si determinerebbero sia in termini di popolazione che in termini di PIL. La seconda proposta, quella della provincia unica, sebbene da valutare attentamente, è stata totalmente screditata da quanti vedono in tale situazione la possibilità di sottrarre a L’Aquila lo status di capoluogo di regione cominciando a togliergli quello di capoluogo provincia ancorando tale ragionamento al fatto che L’Aquila ha avuto e continua ad avere le attenzioni a causa del terremoto e quindi è ora di sostenere concretamente altre realtà. A questi diciamo di vergognarsi e gli auguriamo di non dover mai seppellire i propri concittadini e di non vivere tale tragedia. L’argomentazione per la quale non si vuole più “essere sfigati peggio di Willy il Coyote”, rischia di diventare un boomerang, laddove si sceglie di diventare sciacalli!
Le minacce non tanto velate di alcuni consiglieri regionali e presidenti di provincia stanno a dimostrare l’immaturità di una classe dirigente che sotto il labile vessillo del “bene dell’Abruzzo” continua a coltivare il proprio piccolo orticello nel tentativo di mantenere posizioni personali in danno al territorio inteso nella sua interezza.
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