Rischio amianto, nessuno risponde


L’Aquila – RADON, LA SANITA’ LO IGNORA DA SEMPRE, MA POTREBBE ESSERE AUMENTATO – Alle facce di bronzo che vestono i panni delle istituzioni e delle amministrazioni, gli italiani, e tanto più noi abruzzesi, sono abituati. Bronzo puro, che le domande non scalfiscono: tanto meno vengono considerate degne di risposte, quanto più sollevano quesiti di generale interesse. Far domande, da queste parti, è considerato un segno di indisciplina, talvolta un pericolo di sovversione. E viene ripagato con l’emerginazione a tutto tondo. I curiosi sono appestati.
Negli ultimi mesi, le domande eluse o ignorate sono state tante, perchè tanti sono i problemi. Vorremmo ricordarne due.
LA PRIMA, ormai datata, era questa: dove sono finiti i mezzi donati dalla Fiat nel dopoterremoto, e mai arrivati a L’Aquila, mai collocati nella disponibilità dei lorcali vigili del fuoco?
LA SECONDA è molto recente. Appena qualche giorno: c’è un rischio amianto nell’aria che si respira a L’Aquila? E, tanto che ci siamo, qualcuno è a conoscenza dei livelli di emissione radon, che potrebbe essere aumentato dopo i terremoti in tutto il territorio del cratere?
A porre le domande siamo stati noi, riportando iniziative di altri: facendo il nostro lavoro, che è raccontare ciò che accade e non pubblicare a capo chino solo dichiarazioni e autoincensamenti dei politici. Le abbiamo poste riportando documenti del sindacato CONAPO dei vigili del fuoco, per i mezzi scomparsi; riportando sensazioni e paure della gente, ma anche iniziative politiche, per l’amianto.
IL RADON, gas radioattivo che proviene dal sottosuolo, in misura considerevole in Abruzzo rispetto ad altre regioni, simboleggia uno scandaloso, datato atteggiamento delle autorità e della sanità in primo luogo, che pur in presenza di dati obiettivi e di norme di legge, omettono controlli e verifiche. Alzi la mano chi, costruendo una casa o un pagliaio, sia stato invitato a verificare le esalazioni radon dal suo terreno, sotto la sua casa, nelle cantine o in giardino. Mai e poi mai: il radon uccide, ma la sanità, i sindaci, che sono i tutori della salute, non lo sanno. Mettono la testa sotto la sabbia. Giocano agli struzzi. Forse sono struzzi.
PER L’AMIANTO, esistono situazioni di assoluta evidenza, che necessitano quanto meno accertamenti. Vi furono crolli a L’Aquila, e ci sono demolizioni. L’amianto è sicuramente ovunque e pare destinato ad aumentare, con il crescere del numero delle demolizioni. Con l’amianto esiste un problema anch’esso degno di attenzione, quello delle polveri sottili che aleggiano sulla città e sulla ex città. Tralasciamo le invasioni di ratti, che si moltiplicano. E’ possibile e dovrebbe essere ordinaria la derattizzazione.
Sollevati problemi del genere, ovunque nel mondo, anche nel terzo o nel quarto, vi sarebbero state delle reazioni da parte delle istituzioni, delle autorità sanitarie, della politica, dei partiti, dei sindacati, del mondo dei costruttori e degli imprenditori, o dei trasportatori di macerie. L’Aquila ha risposto tacendo, insabbiando, oscurando. Esattamente come in troppi fecero con il rischio sismico e con i piani di prevenzione che non ci sono oggi, come non c’erano prima del 2009. Non è confortante vivere in una città e in una collettività del genere. La stessa collettività che, del resto, ha oscurato persino le vittime del terremoto e i loro parenti, tenendoli lontani dalla cerimonia per l’auditorium detto il Cubo. E rispondendo con il silenzio – facce di bronzo, appunto – allo sdegno e al dolore di chi protestava. Cuori di ghiaccio, o cervelli a bassissima frequenza?


08 Ottobre 2012

Categoria : Cronaca
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