Ricostruzione? Seriamente parlando…


(di Giampaolo Ceci) – CI SI CHIEDE IL VERO MOTIVO DI TANTI RITARDI – Ho avuto la fortuna di avere diversi capi. Tutti avevano caratteristiche simili. Ricordo che quando prendevano la parola tutti tacevano. Tutti mantenevano sempre la calma e sempre trovavano la risposta giusta che ti faceva capire che erano i più bravi e per questo ti davano fiducia. Ti accorgi subito quando il tuo capo è più competente di te dal fatto che quando fai delle affermazioni sciocche non te lo fa notare direttamente per non ferirti, ma al massimo te lo fa capire garbatamente, contrapponendoti però degli argomenti che ti fanno rendere conto da solo quanto errato era il tuo ragionamento.
Vorrei leggere sui blog e sui giornali locali più analisi ragionate e partecipate sul cosa fare, perché si possa meglio collaborare con coloro che sono istituzionalmente demandati a decidere per tutti e aiutarli ad uscire da questa situazione di stallo che ormai sta assumendo la connotazione di una patologia irreversibile.
Possibile che in città non ci siano 12 saggi che la salvino da questo tracollo? ma come, in una città universitaria, con storia e cultura invidiabili. Così in basso siamo caduti? Non ci posso proprio credere.
Non restano che due tragiche ipotesi: o la gente ha paura, oppure non ci sono cittadini in questa città in condizione di fare proposte per organizzare meglio il processo di ricostruzione socio economica in tempi accettabili.
Per la verità ci sarebbe anche una terza ipotesi, forse la più probabile: sono io che non leggo abbastanza e mi è sfuggito l’ampio e articolato dibattito cittadino sul cosa fare per organizzare meglio la ricostruzione. Anzi mettiamola così. Certamente la colpa é mia e della mia disattenzione. Chiedo scusa.
Devo rilevare però che sono passati ormai quasi quattro anni nei quali (ad eccezione dei villaggi CASE) non siamo riusciti ad organizzare efficacemente praticamente nulla.
Ora vogliamo anche eliminare la filiera sostituendola con un pericoloso fai da te correndo il serio rischio di passare dalla padella nella brace.
1..2…3..anni, dico anni . Troppo tempo per non aver attivato misure efficaci per lenire ferite e risollevare economia e socialità. Ci deve pure essere una ragione.
La analisi di quanto accaduto diviene un problema politico che però dovrebbe essere affrontato con la metodica ed il distacco dei tecnici per cercarne le cause e non i colpevoli.
Lasciamo perdere le battute elettorali e i rimpalli. Vogliamo analizzare freddamente la situazione per cercare di porvi rimedio o dobbiamo attendere che sia qualche altro a pensarci?
I grandi problemi richiedono la partecipazione di tutti.
Troppo grandi i ritardi. Qualcuno ci deve aiutare a scovare la causa per poterla rimuovere. Ne va della stessa immagine della città nel mondo, visto che il terremoto é stato pubblicizzato in ogni dove.
Cosa rispondere al telecronista americano che venisse qui? la colpa é di Berlusconi e di Bertolaso? e se lui ci chiedesse: ma voi cosa avete fatto, qua ci sono ancora le macerie per strada! mica ci vuole il permesso di Bertolaso per toglierle! quale risposta gli potremmo dargli? lo portiamo a vedere l’auditorium di Renzo Piano? a chi potremmo credibilmente rimpallare la colpa di ritardi ed inefficienze così gravi? tanto più che ora ci sono anche i soldi fermi in qualche cassetto. In Emilia hanno appena varato una legge che pone paletti organizzativi semplici e chiari. Le strade sono sgombere, hanno già appaltato le riparazione e le ricostruzione ex novo delle scuole che riapriranno tutte entro dicembre.
Che hanno i romagnoli che qui manca? Una riflessione serena e non autolesionista andrebbe fatta.
Qualcuno si é chiesto come mai in Emilia non è sorto alcun problema per lo smaltimento delle macerie che qui invece ha fermato i lavori per un anno?
Quale problema in Emilia per demolizione e puntellamenti? ora anche per le manutenzioni dei puntellamenti!
Ora i soldi ci sono e non si riesce a spenderli, ne a pagare le imprese che hanno realizzato i lavori in una economia di cassaintegrati. Come riusciranno a iniziare 3.500 (tremila cinquecento) cantieri la prossima estate è un problema che ancora deve essere preso in esame…aspettiamo, tanto non è un problema di oggi!
I costruttori si lamentano anche se non vogliono accettare l’idea di ridursi i compensi e ancor meno di fare entrare imprese di fuori più organizzate come se realizzare un appalto da 2 milioni di euro sia lo stesso che organizzarne uno da 50 milioni.
Ecco forse piano piano troviamo la causa di tutto questo: manca la partecipazione dei cittadini disinteressati e competenti nelle materie specifiche, che ti fanno evitare gli errori che un politico non può prevedere, non essendo un tecnico. Quelli che ti accorgi subito che sono più competenti di te dal fatto che quando fai delle affermazioni sciocche non te lo fanno mai notare direttamente per non ferirti, ma al massimo te lo fanno capire garbatamente, contrapponendoti però degli argomenti che ti fanno rendere conto da solo quanto errato era il tuo ragionamento.


08 Ottobre 2012

Categoria : Senza categoria
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