Quegli equilibri, come in una gravità attenuata


L’Aquila – AUDITORIUM PIANO, UNA SPLENDIDA STRUTTURA – (di G.Col.) – L’edificio donato dai Trentini (ai quali dovrà per sempre andare la gratitudine degli aquilani: sono stati generosi, pronti, davvero grandi cuori e persone bellissime) e progettato da Renzo Piano (mago mondiale della gravità, come Einstein su scala universale) è splendido, nel suo scenario verde, ricavato in un’area da sempre abbandonata, sporca, sassosa e barbaramente mantenuta dal Comune dell’Aquila. Non disturba l’insieme prospettico del Castello, semmai completa lo scenario inserendo nuovi nuovi volumi.
C’è da augurarsi solo che, come ha detto il sindaco Cialente, non venga mai “smontato”, benchè l’autore abbia con leggerezza mormorato oggi: “Sapranno in futuro gli aquilani decidere se tenerlo o portarlo altrove, o smontarlo”.
Il cubo e le altre strutture con facciate di legno di larice trentino policromo, sono un equilibrio di forme geometrice, pulite, lineari, pecise come solo la geometria sa essere, che si accordano a perfezione con la sagoma del castello, a sua volta lineare e volumetrica. Non esiste quindi un accostamento forzato, ma un accordo perfetto tra forme architettoniche, in cornici vegetali. C’è da augurarsi, senza molta fiducia, conoscendo il passato, che il Comune sappia mantenere, da oggi in avanti, in condizoni accettabili l’arredo vegetale del parco intero. Fino ad oggi il parco del castello, specie nella zona antistante la fontana luminosa, è stato lo squallido esempio dell’abbandono totale, della noncuranza e del disfacimento che sono stati tipici di tanta parte del centro aquilano.
Semplicemente assenza di buongusto, cura, attenzione, o semplice manutenzione. Se volete, un modo di amministrare puramente e semplicemente ignorante.
Oggi in quel parco c’è un gioiello: sorge con i suoi suggestivi muri inclinati, con i suoi pesi eterei come sospesi in una gravità attenuata, una gravità penetrata come fece Einstein scoprendone i segreti; appare quasi nel contesto di parco urbano, bello e delicato benchè degradato negli anni scorsi. E’ un nuovo monumento capace di attrarre, di richiamare turisti e visitatori, finalmente anche stranieri. Dov’è un’opera di Piano, si recano persone a visitarlo. A prescindere dall’uso che ne faranno, o da scelte e premesse che si possono anche condividere nel dissenso, l’auditorium è da oggi 7 ottobre un pezzo del cuore della città, un valore aggiunto alla monumentalità abruzzese. Bello prsino toccare le sue pareti con tante linee orizzontali, quante sono le “tavole”: centinaia di tonnellate di legno, migliaia di chiodi e viti, bulloni e incastri. Tutto lieve, come aleggiante sulla superficie di una terra che, a L’Aquila, ancora una volta è stata crudele e matrigna quando squassò e frantumò, ma ora lascia risorgere, legno di larice accanto al legno degli alberi aquilani che fino a un anno fa scandivano solo disperati silenzi.


07 Ottobre 2012

Categoria : Cultura
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