Il vero concerto? Il dolore aquilano – All’ultimo momento si è pensato ai 309 morti


L’Aquila – (di Stefano Leone) – LA TERRIBILE “MAGRA” E LA FURIA DI VITTORINI – MAESTRO ABBADO, E LA CITTA’? – (Foto: via Roma, il maestro Abbado e Renzo Piano) – Sarà l’Orchestra Mozart diretta da Claudio Abbado ad inaugurare il nuovo Auditorium del Parco, con un concerto straordinario alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il prestigioso ed “imperdibile” (come da qualche parte viene presentato; da altre, invece, l’esatto opposto), evento si terrà domenica 7 ottobre 2012 alle ore 18.00; è promosso dal Comune ed organizzato dalla Società Aquilana dei Concerti “Barattelli”.
E la città? E i cittadini aquilani? Dove sono? Quanto hanno avuto possibilità di esprimere il loro parere sulla realizzazione dell’opera? Sono mai stati ascoltati? Si dice che, l’idea progettuale è nata grazie all’impulso di Claudio Abbado, che da subito ha auspicato e promosso una soluzione rapida ed efficace per ricreare uno spazio dedicato alla musica, per consentire la piena ripresa di quell’intensa attività musicale che ha da sempre contraddistinto la città.
La struttura è stata progettata dal Renzo Piano Building Workshop in collaborazione con lo studio Atelier Traldi e costruita grazie al sostegno della Provincia Autonoma di Trento. “In una città che ha sempre avuto nella cultura, e in particolare nella musica, uno dei propri caratteri fondanti e identificativi, il nuovo auditorium contribuirà a rendere più concreto il “miracolo” del recupero del centro storico e del suo vivace tessuto relazionale, associativo e culturale e costituirà un simbolo di rinascita”. E’ questa la dichiarazione di Claudio Abbado riportata da più parti. Ha ragione il Maestro; la città dell’Aquila ha avuto sempre nella cultura uno dei caratteri fondamentali; si, ha ragione. E non gli viene da chiedersi, al Maestro Abbado, dov’è la città che lui descrive con tanta benevolenza? Perché non farla assistere alla performance di una delle eccellenze della cultura italiana della musica nel mondo? Se tutto questo è fatto in nome e per conto dei cittadini, dove sono gli aquilani? Delle due l’una: o Abbado non pensa davvero ciò che dice oppure il paradosso avrebbe docuto farlo rifiutare. Quando Abbado parla di “…contributo nel rendere concreto il miracolo del recupero del centro storico”, forse nessuno ha detto al grande Direttore che il centro storico della città è solo una grande parata di puntelli e ponteggi, erbacce ovunque, gatti che fanno cucciolate nell’atrio di portoni delle abitazioni aperte da allora, notti spettrali e silenziose di una città che è esistita in un’altra vita. L’Aquila di tutto ha bisogno, non certo di “miracoli”.
Caro Maestro, il tessuto relazionale, associativo e culturale di questa città e degli aquilani è stato disgregato ed è sepolto sotto quelle macerie che hanno fatto il giro del mondo. Gli aquilani, ai quali sono rivolte le dichiarazioni di facciata, domenica non ci saranno perché così è stato deciso; qualcuno di lontana memoria, dovendo il nostro Paese adire ad una tornata elettorale, invitò i cittadini ad andarsene al mare. I cittadini aquilani, nel giorno dell’inaugurazione di un luogo della propria città, non sono neanche stati invitati ad andarsene in gita; non sono proprio stati presi in considerazione. Certo, ci sarà il Presidente della Repubblica, il rigoroso cerimoniale del Quirinale, la stampa presidenziale accreditata ma la città, gli aquilani, dove sono? In un’altra, ennesima domenica nelle delosanti new town. Caro Abbado da un uomo d’eccellenza della cultura italiana nel mondo, ci si sarebbe aspettato che avesse detto: “Voglio in prima fila i parenti delle vittime” ad esempio. E non si pensi che sia populismo spicciolo; è il sentimento di tanta gente che si sente nominata solo nei discorsi dei cerimoniali o nelle interviste ufficiali. Eccolo il vero miracolo, Maestro, il vero miracolo è avere considerazione per quei 309 nomi, (e molti altri deceduti in seguito per i malanni dell’anima e del cuore), e per per i parenti delle vittime i quali, quasi fossero sabbia portata via dal vento, nessuno più tiene in considerazione. Un’altra verità, caro Maestro, è che in 41 mesi non si è riusciti a fare un monumento per quei 309 nomi, sui quali qualche fetido sciacallo ci ha riso anche sopra, ma si è riusciti a mettere su un Auditorium provvisorio. Quanto provvisorio, questo lo dirà la storia.
LA MAGRA CON I PARENTI DELLE VITTIME – Incontenibile la rabbia, lo sdegno di Vincenzo Vittorini, come parente di alcune delle vittime del terremoto, dopo un episodio avvenuto questa mattina in Comune. Vittorini ci ha riferito di aver ascoltato durante una riunione questa mattina, l’annuncio (da fonte ufficiale) dell’ultima trovata degli organizzatori (assente il sindaco, dato per malato): invitare i parenti delle persone decedute nel sisma all’auditorium Piano. Nessuno dell’associazione era stato avvertito, non si era fatto mai alcun cenno dell’argomento. “All’ultimo momento, come per un ripiego vergognoso – ha urlato Vittorini – volete farci fare le figura degli orsetti, le comparse? Non siamo disposti a fare da tappabuchi per coprire la disorganizzazione di questo evento, e ricordatevi che in 3 anni e mezzo non siete stati capaci di costruire un monumento alle vittime, mentre l’auditorium di Piano è sorto in pochi mesi!”.
Vittorini ha esternato la sua rabbia, parlando di azione ignominiosa, come cittadini e non come consigliere comunale, manifestando anche la volontà di lasciare sia il Comune che tutti coloro che lo rappresentano. “Mi vergogno di far parte di un simile comune” ci ga detto alterato e profondamente offeso.
IL COMUNE PRECISA – Il Comune smentisce categoricamente “le illazioni comparse, su alcuni organi di informazione, secondo le quali il Quirinale avrebbe dato imposizioni di qualsivoglia natura circa la lista degli invitati al concerto inaugurale dell’Auditorium del Parco, che si terrà domenica 7 ottobre. Lo stesso Comune dell’Aquila ribadisce che, non appena sarà definitiva, renderà nota la lista stessa composta dai diversi promotori dell’iniziativa. Il Quirinale fin dall’inizio ha dato il suo contributo ed evidenziato le esigenze protocollari legate al cerimoniale determinato dalla presenza del Presidente della Repubblica”.
(Ndr) – Per l’immagine della città ci auguriamo che tutto vada bene, domenica 7, e che il capo dello Stato non trovi quanto meno bizzarra una città che, invece di rallegrarsi, non sappia fare altro che pasticciare, arruffare, collezionare gaffes e offendere persino i parenti delle sue 309 vittime. Ma, passato il 7 ottobre, auguriamoci anche che si eviti di imboccare itinerari che non si sanno percorrere. Insomma: lasciate perdere. uscite dall’isterismo collettivo, e poi se ne riparlerà…


05 Ottobre 2012

Categoria : Cronaca
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