Amianto e radon, sappiamo che aria si respira a L’Aquila e nel cratere?
L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – LE DEMOLIZIONI E I CANTIERI AGGRAVANO LA SITUAZIONE – (Foto: amianto negli edifici crollati o da demolire, e una mappa del radon in Italia: l’Abruzzo – colore scuro – è tra le regioni con alte emanazioni) – Non esiste un piano di protezione civile, sono sicuramente gravi i dati sulla salute psichica di migliaia di persone, nessuno è davvero sicuro della antisismicità 100×100 degli interventi in atto o programmati. Migliaia di famiglie vivono nel tremendo incubo della precarietà e del futuro negato ai loro figli. La situazione economica è al collasso, le imprese non vengono pagate. Sta per finire l’autonoma sistemazione, e quella arretrata non viene pagata. Scenario desolante. Ma non è tutto.
Emerge, incombente e cupo, anche un rischio concreto e fuori controllo per la salute della gente?
Non sappiamo quale aria respirano gli aquilani e tutti coloro che si trovano in città e nel territorio del cratere. Da tempo circolano voci, che come sempre approssimano o aggravano le autentiche situazioni, e negli ultimi giorni le voci sono diventate insistenti. Tra le tante, quella che riferisce del monito di un medico ad un suo amico: “Cerca di non tornare troppo spesso a L’Aquila, c’è tanto amianto”.
Naturalmente nessuno dei protagonisti ha identità: l’anonimato è totale. La cosa sa di leggenda metropolitana, ma il problema amianto esiste senza ombra di dubbio, e non è il solo. C’è anche quello del gas radon.
AMIANTO – L’IdV ha percepito la delicatezza dell’argomento (gli ambientalisti, invece, dormono sonni tranquilli) e ne ha fatto un intervento politico, scrivendo: ‘‘A L’Aquila da qui a vent’anni si moltiplicheranno i casi di tumore dovuti all’inalazione di amianto, le cui polveri sono presenti in grandissime quantità a seguito del terremoto’’ – era questo il monito che si leggeva nel Rapporto Annuale dell’INAIL già nel 2009 – e che rivelava, inoltre, che non poteva individuarsi una soglia minima di rischio oltre la quale la concentrazione delle fibre di amianto nell’aria potessero essere o meno pericolose, poiché in realtà basterebbe anche l’inalazione di una sola fibra per generare la patologia mortale. Poi, ovviamente, un’esposizione costante e prolungata nel tempo e nelle quantità, aumenta esponenzialmente le probabilità di contrarla.
Moltissimo amianto è rimasto sparso per il centro storico ed in periferia negli ultimi anni ed ogni tanto si ritrova qualche ‘discarica’ irregolare dentro o appena fuori dalla città – per dovere di cronaca cito quella in viale della Croce Rossa e quella scoperta – per caso – durante l’ultimo incendio nella Pineta di Roio”.
VITTORINI – Prima dell’IdV, il consigliere comunale Vincenzo Vittorini (che è un medico) aveva sollevato il problema delle polveri diffuse dalle tante demolizioni, nelle quali certo può trovarsi amianto, investendone il presidente della commissione comunale Enrico Perilli. Risposte, finora, nessuna: l’argomento deve essere calendarizzato e trattato in commissione, come se si parlasse di panchine o aiole da sfalciare. Ordinaria amministrazione,? No, non è così.
PNEUMOLOGO E SINDACO – Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, è un medico pneumologo. Nessuno deve spiegargli cos’è l’asbesto, o amianto, quali malattie provoca, quale enorme rischio rappresenti per chi lo respira, se è presente nell’atmosfera. E’ davvero preoccupante che il Comune (il sindaco è il primo responsabilie della salute collettiva) non ne abbia mai fatto argomento, diciamo, di un consiglio straordinario. Non sia in possesso di dati forniti dalla sanità o che, essendone in possesso, non li divulghi. Non abbia predisposto accertamenti ambientali adeguati, con centraline di rilevamento laddove avvengono demolizioni e depositi di materiale. L’Aquila “vecchia” aveva certo tanto amianto: canne fumarie, cordoni di asbesto grafitato, coperture in eternit e così via. La gente, che ormai ha “respirato” la paura (e forse anche amianto…) chiede chiarezza. Pretende un’informazione continua e aggiornata con monitoraggi ambientali. Soprattutto, condanna i silenzi e la coperture sugli argomenti che infastidiscono .
IL RADON – L’altro nemico della salute, mai affrontato davvero, è il radon, il gas che Giampaolo Giuliani (ma non solo lui, in tutto il mondo) studia come possibile precursore dei terremoti.
Il gas radioattivo sprigionato dal sottosuolo è, naturalmente, ovunque, in quantità maggiori o minori secondo la natura del suolo. Le emanazioni aumentano in certi momenti e in certi luoghi, e secondo Giuliani significano che ci sarà un terremoto. Ma il radon è sotto ogni casa, sotto ogni campo coltivato, sotto ogni collina o altura. Esistono norme che imporrebbero controlli nel sottosuolo prima di costruire una casa. Mai attuate a L’Aquila? Risposte non ne avrete mai, perché l’argomento, anche alla ASL, è tabù. Eppure la mappa nazionale del radon ci dice che l’Abruzzo è una delle regioni che richiedono attenzione.
I recenti eventi sismici (che peraltro continuano, anche se con valori limitati o lievi, basta guardare il bollettino sismico ISIDE) hanno sicuramente alterato i valori di emanazione del radon. O quanto meno bisognerebbe verificarlo, perché è verosimile che sia accaduto.
Cosa ne sappiamo? Niente. Prima di ricostruire o restaurare edifici, si pensa al radon, si effettuano misure e controlli, si attuano misure protettive? Si istruisce la popolazione su questo argomento? Esiste un’informazione diffusa, semplice, capillare, sul radon? Assolutamente no. Niente di tutto ciò.
Amianto e radon se la ridono. Sui veri problemi, che esulano dai grandi affari e dalle indigestioni di milioni di euro da indirizzare in una ricostruzione da 6 miliardi di euro, si sceglie di temporeggiare o addirittura archiviare. Un po’ come sugli studi di pericolosità sismica a suo tempo insabbiati, ignorati, aggirati.
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