Ricostruzione ferma, il groviglio dei problemi
L’Aquila – TUTTO E’ FERMO TRA LE NEBBIE E PRECARIETA’, L’INVERNO SI AVVICINA – (Foto: L’Aquila com’era nell’altra vita) -Presto sarà inverno. Difficile credere che possano essere aperti dei cantieri importanti per la ricostruzione aquilana, quella “pesante” che non c’è e arriverà chi sa quando. Ma non è solo l’inverno alle porte (c’è ancora il Sole e le temperature sono miti, ma non per molto tempo ancora, dicono le previsioni a lungo termine) a incupire l’orizzonte. Sono dei fatti. Li elenchiamo per sommi capi. E ognuno potrà capire (persino dei politici che “annusano” la campagna elettorale per il 2013) che la situazione è profondamente preoccupante. Come non era mai accaduto nei 3 anni e mezzo dall’aprile 2009.
PRECARI – La piaga del precariato non sarà guarita dal concorsone, con tutte le sue storture. Occorreranno mesi e con tutta probabilità ci saranno ricorsi e in parecchi adiranno le vie legali. C’è già che consulta avvocati ed esperti. I bandi di Barca non risolvono nulla, alleviano solo la situazione, mentre in realtà L’Aquila giovane non vede prospettive di eliminazione della piaga del precariato, la sola premessa valida per una rinascita economica, psicologica, sociale e significativa del tessuto cittadino.
PAGAMENTI – Le imprese sono allo stremo, i pagamenti non arrivano, la burocrazia e le lungaggini ( imputabili al Governo ) stanno stendendo sul lastrico le forze produttive e ancora capaci esistenti in città . Ci sono – è vero – imprenditori con la prospettiva di lavori per decine di milioni, ma queste decine di milioni sono solo sulla carta. La verità è che molti sono prossimi alla chiusura, con conseguenti licenziamenti o mancate assunzioni.
AUTONOMA SISTEMAZIONE – Ritardi di mesi, scambio di accuse tra le istituzioni, famiglie che hanno anticipato somme rilevanti per gli affitti, e soprattutto la drammatica prospettiva, per moltissimi, di perdere a breve scadenza il beneficio che ha tenuto in piedi diversi nuclei familiari. E’ vero che le inchieste mettono in luce abusi e presunti reati, come sostiene il Comune. Ma la maggior parte, fino a prova contraria, beneficia (in teoria) di diritti riconosciuti e legittimi. Ma i soldi non arrivano da mesi. Dunque altri motivi di usura psicologica, di ansia, di depressione e paura per migliaia di persone.
FITTI ALLE STELLE – Lo dice un’inchiesta giornalistica di Abruzzoweb: fitti alle stelle, anche in periferia. Per appartamenti e per locali commerciali. L’Aquila città “sconocchiata”, ma pervicacemente abbarbicata alla propria sete di guadagno, che c’è sempre stata, ma oggi si accentua nel bisogno, nel disordine, nella mancanza di regole e “freni” che nessuno ha mai neppure immaginato di poter studiare. Eppue, si potrebbe.
SOLDI FERMI – I soldi per la ricostruzione, infine: sono sostanzialmente fermi da qualche parte, e ci si comincia a domandare se davvero siano disponibili, come più volte è stato garantito. Tutti accusano tutti, ci si rimpallano responsabilità di ritardi e di lentezze. Non ci sono più le squallide polemiche Chiodi-Cialente, che hanno rattristato la città per anni. Ora c’è una dura, gelida realtà . Soldi fermi, soldi indisponibili.
Sommate tutto, e domandatevi: in queste condizioni, si può davvero credere che la ricostruzione possa ricominciare davvero? La politica alzi la voce e si batta per uscire dalla palude. Dimostri che non sa soltanto pensare alle elezioni, che, comunque, si approssimano. Gli aspiranti candidati sono davvero convinti di che si possa andare avanti azzerando una comunità di centomila abitanti, impunemente?
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