Province, “L’Aquila non si tocca”


L’Aquila – UNA REPLICA ALLE DICHIARAZIONI DI SOSPIRI – “Le dichiarazioni del Consigliere regionale Lorenzo Sospiri mi lasciano fortemente amareggiato e hanno il sapore sgradevole di un campanilismo che fa male principalmente al territorio e a chi lo vive” – questo il commento dell’Assessore provinciale alla Viabilità e Consigliere Comunale dell’Aquila, Guido Quintino Liris, foto, a seguito del comunicato a firma di Sospiri sull’eventuale scelta di un’unica provincia con Pescara capoluogo.
“In primis, vorrei sottolineare che L’Aquila non si tocca per legge, visto che la Spending Review stabilisce che le province che coincidono con le città capoluogo rimangono; in secundis, il Consiglio delle Autonomie Locali, presieduto democraticamente dal Presidente Antonio Del Corvo, è arrivato ad un tipo di soluzione che rende giustizia alla divisione territoriale della nostra regione e che tiene conto delle analogie che accomunano delle zone che unite potrebbero essere un’alternativa vincente a livello turistico ed economico. La soluzione proposta da Sospiri non tiene conto in alcun modo delle istanze del territorio e si nasconde dietro a delle pressioni politico-campanilistiche che di sicuro non muovono verso la decisione migliore. L’Aquila per legge rimane – tuona Liris – e spiegare l’attaccamento alla propria terra con giustificazioni poco credibili come “le difficoltà pratiche e materiali in cui versa la città a causa del terremoto” non assolve il consigliere dalle sue dichiarazioni.
Se non lo conoscessi da 20 anni, penserei che il suo sia un tentativo di sciacallaggio dal quale, dal 2009 in poi, il territorio aquilano ha dovuto difendersi; ricordiamo il tentativo di spoliazione dell’Università, dell’Ospedale o delle sedi dei principali Uffici diretti al cittadino. Il lavoro del CAL, vorrei sottolineare, uno dei primi in Italia nel formalizzare la sua proposta al Consiglio Regionale, ha deciso per una soluzione democratica e qualora volessimo ragionare realmente in una logica di Spending Review sarebbe opportuno ripensare al decentramento delle sedi regionali, riportandole a L’Aquila”. Vorrei ricordare, innanzitutto a me stesso, che noi amministratori abbiano l’obbligo di pesare le parole e valutare le eventuali conseguenze di ciò che diciamo: il ricordo delle sommosse popolari degli anni 70 per i moti a difesa dell’Aquila capoluogo, è ancora vivo e alcune espressioni tanto improvvide quanto campanilistiche, rischiano di riaprire delle ferite che a fatica nel tempo si sono rimarginate”.


03 Ottobre 2012

Categoria : Politica
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