PD: FAS a pioggia, senza logica
L’Aquila – “Ieri Chiodi, senza convocare le parti sociali, bypassando il tavolo del Patto per lo Sviluppo, che pure aveva nell’ultima seduta espresso la necessita di entrare nel merito della riprogrammazione del vecchio e nuovo FAS, ha distribuito circa 45 milioni del vecchio Fondo (2000-2006) senza logica e senso. Il presidente ha distribuito fondi “a pioggia” come era solito farsi nella peggiore tradizione spartitoria”. Ad affermarlo e’ il Capogruppo del Pd in Consiglio Regionale Camillo D’Alessandro. “Nella delibera, oltre ai fondi dovuti alla Provincia di Teramo per l’alluvione, si assegnano altri fondi sempre al territorio elettorale del Presidente e dei suoi assessori di fiducia, mentre trecentoquattro comuni rimangono soli e con il rischio di dissesto economico e contenziosi per le spese sostenute e mai rimborsate per i danni causati dalle neve”. “Siamo d’accordo che le risorse siano state destinate una parte, come detto per l’alluvione, un’altra parte per le politiche sociali, ma immediatamente dopo ogni altra risorsa doveva andare ai Comuni e Province per pagare le imprese che avevano lavorato per lo sgombero della neve e per le emergenze seguite”. “Con questa decisione viene violata e non rispettata la risoluzione voluta dai sindaci, promessa da Giuliante, ma da noi presentata ed approvata all’unanimita’ con la quale si disponeva di utilizzare parte di quei fondi FAS, oggi scippati da Chiodi, proprio per tutti i Comuni abruzzesi che avevano avuto danni dalle nevicate del febbraio 2012. Ora restano sulla carta solo circa otto milioni nel nuovo FAS inutilizzabili, in quanto legati ad un evento sportivo concluso, dunque somme non spese, che possono e devo essere indirizzate a favore dei Comuni e delle Province, anche questo dispone la risoluzione approvata. Come cerco di dimostrare da tempo Chiodi e la Giunta sono totalmente inaffidabili, – conclude il capogruppo del PD – capaci di dire e votare una cosa e fare l’esatto contrario, purtroppo questi sono i nostri amministratori. I Comuni si facciano sentire.
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