Abruzzo, tanto lavoro nero
L’Aquila – Il Consigliere regionale Capogruppo API Gino Milano ha svolto durante il Consiglio di oggi un’interpellanza intesa a destare l’attenzione sulla problematica del lavoro nero nella nostra Regione, un fenomeno in forte crescita anche a causa del permanere della crisi economica, come ampiamente dimostrato da recenti dati regionali che indicano 1.374 aziende irregolari rilevate, di cui 316 completamente in nero. In particolare Milano chiede quale sia il livello di consapevolezza dell’organo di governo regionale circa la consistente crescita del lavoro nero e irregolare nella nostra Regione nonché delle nuove forme di abusivismo e di illegalità emerse dall’indagine conoscitiva svolta dalla Commissione Lavoro della Camera dei deputati su lavoro nero, caporalato e sfruttamento della manodopera straniera. Dall’indagine emerge che anche in Abruzzo si dilata sempre più il fenomeno del lavoro nero, insieme ad altre tipologie di lavoro irregolare particolarmente insidiose, come il lavoro grigio – che si verifica allorché si assumono lavoratori con contratti regolari, ma con trattamenti di fatto irregolari – e del “lavoro in bianco” – fenomeno che si sostanzia in un abuso delle tutele da parte di soggetti che usufruiscono di prestazioni previdenziali o di integrazione del reddito pur non avendone titolo. Un’altra indagine Inps ha proiettato l’Abruzzo al secondo posto in Italia in tema di lavoro nero, palesando un incremento del numero di lavoratori irregolari rispetto al 2009 del 33%. Nella nostra Regione – ha aggiunto Milano – sta prendendo piede in maniera considerevole, per quanto ancora sottovalutato e poco visibile, il fenomeno del caporalato, particolarmente nell’agricoltura e nell’edilizia, con punte massime nella provincia dell’Aquila e segnatamente nella Marsica. A quest’ultima problematica ha risposto l’Assessore all’agricoltura, che pur riconoscendo l’esistenza del problema ha dichiarato l’inapplicabilità per via legislativa di una legge intesa a introdurre il c.d. “indice di congruità” quale condizione per accedere ai contributi di qualsiasi genere, nonché l’obbligatorietà dell’osservanza relativa alle norme contrattuali, pena la revoca dei finanziamenti pubblici. Alla luce di tali premesse, il Consigliere Milano chiede con forza alla Regione di intraprendere quanto prima le necessarie iniziative che possano contrastare in modo efficace l’illegalità e l’abusivismo nei diversi ambiti di lavoro e di monitorare attentamente gli “pseudo” appalti di servizi, che spesso nascondono una fraudolenta fornitura di manodopera. L’odiosa piaga dello sfruttamento del lavoro nero – afferma Milano – lede gravemente i diritti costituzionalmente garantiti dei lavoratori, distorce il mercato del lavoro, altera la concorrenza tra le imprese ed espone il lavoratore irregolare all’insicurezza e a gravi rischi per la salute. Noi non possiamo più permetterlo – ha dichiarato il Consigliere – e la Regione Abruzzo non può esimersi dal progettare, promuovere e sostenere azioni di contrasto del lavoro sommerso ed irregolare nonché prevedere interventi per diffondere la cultura del lavoro regolare. Su tale punto ha concordato anche l’Assessore al lavoro – intervenendo ulteriormente sull’interpellanza – che ha presentato alcune iniziative regionali in ordine alla prevenzione e alla formazione. Nella replica finale il Capogruppo interrogante ha ribadito con forza che bisogna fare molto di più, che vanno realizzate da subito apposite intese con gli enti pubblici competenti in materia di vigilanza sul lavoro, che occorre muoversi dotandosi di una strategia complessiva e di nuovi strumenti più efficaci, contando sulla collaborazione e la concertazione di tutti i soggetti istituzionali e del mondo sindacale e di categoria. Non illudiamoci – ha concluso Milano – vista la crisi economica in atto il problema crescerà a dismisura qualora la Regione non moltiplichi gli sforzi finalizzati a scoraggiare in ogni settore produttivo il ricorso al lavoro irregolare.
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