La Regione dimagrisce ma conserva gli stipendioni e le prebende
L’Aquila – (Foto: sedi regionali a L’Aquila e a Pescara) – CONSIGLIERI 31, ASSESSORI 6 – La storia volta pagina. Per chi ricorda macchinoni blu da tutte le parti, sfarzi, doni natalizi, cene con centinaia di invitati (privilegiati e amici degli amici) all’Emiciclo, lussi e clamorosi sprechi (ma allora nessuno diceva nulla, tanto meno le opposizioni liete e partecipi…), comincia un’altra era. La notizia: il Consiglio regionale, nella seduta odierna, ha approvato – in prima lettura – le modifiche allo Statuto che riducono il numero dei Consiglieri dagli attuali 45 a 31, e degli Assessori da 10 a 6. Viene inoltre introdotto il controllo del Collegio dei revisori dei conti esterno, anche sugli atti della Giunta per verificarne la regolarità contabile e gestionale. Il progetto di legge tornerà in Aula ai primi di dicembre per l’approvazione definitiva. L’Assemblea ha poi approvato una risoluzione a tutela dei Tribunali dei Minori, e le modifiche al piano sanitario regionale legate all’adeguamento dello stesso alle prescrizioni previste dalla normativa nazionale. Via libera anche ai provvedimenti amministrativi riguardanti la variante al piano regolatore generale del Comune di Villetta Barrea e l’utilizzo dei proventi del piano di alienazione degli immobili dell’Ater di Lanciano. Approvata, infine, una risoluzione che impegna la Regione a costituirsi in giudizio a difesa della legge regionale sui malati oncologici.
Del comunicato, ovviamente, ciò che interessa i cittadini è il dimagrimento della Regione. Alla prossima legislatura, naturalmente. E per ora solo “in prima lettura”, si badi bene.
E’ sostanzialmente in linea con quanto vuole il Governo, dunque non è un atto di fustigazione, un cilicio doloroso che la politica abruzzese si infligge. Gli abruzzesi avrebbero gradito un esempio più altisonante, in una regione che ha una storia giudiziaria piena di dolori. Per esempio, che si decidesse di lavorare anche il sabato e il lunedì in quell’Emiciclo che è sostanzialmente vuoto e sordo per almeno tre giorni la settimana (sabato, domenica e lunedì), che si stabilissero periodi di ferie molto più brevi delle attuali, o che si tagliassero tutti gli stipendi e le prebende politiche del 50%. Ne resterebbe per vivere tranquillamente a qualsiasi degli eletti o dei nominati assessori, presidenti, capigruippo e così via. Ma, comunque, è cominciato il cammino verso la riduzione dei costi della politica, ed è bene. Nessuno piangerà di fronte ad un’assemblea regionale smunta e striminzita di una trentina di eletti… Tutto, forse, potrà funzionare anche meglio e in maniera più snella, anche se è difficile crederlo oggi.
Non per emulare Matteo Renzi, ma non sarebbe male neppure stabilire che chi è in politica regionale da molti anni, se ne resti a casa, o che non si riaffaccino sulla scena vecchi arnesi del passato; o che nel 2013 si passi davvero ad una Regione meno pesante, meno dispendiosa, meno anziana, più efficiente. La rottamazione è in sè e per sè una cosa positiva.
A meno che non sia usata solo per scacciare qualcuno, e sedersi al suo posto, a prescindere dal valore di chi si caccia. Solo per sete di potere e di denaro. Quindi, tanto per cominciare, rendiamo meno appetibili economicamente i seggioloni della Regione. Chi ci sente da questo orecchio?
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