Il marasma progettuale


L’Aquila – (di Vincenzo Vittorini, LCV – L’Aquila Che Vogliamo) – Quanto emerge dalla programmazione dello sviluppo della città non può che indurci a constatare due metodi sconcertanti di trattare la questione. Il primo è quello dell’amministrazione comunale che non riesce ad andare al di là di astratte dichiarazioni d’intenti, cosa che in buona parte contribuisce a porre la città nello stato che il Prof Calafati ha fotografato nelle sue dichiarazioni del 27 settembre scorso.
Il secondo sconcertante approccio è quello dello stesso Prof Calafati che, fotografando il recente passato del nostro comprensorio (bloccato da tempo soprattutto da una disarmante mancanza di idea di sviluppo, e quindi di obiettivi e progetti) si lancia in una proiezione errata, secondo L’Aquila che vogliamo, sia nel metodo che nel merito.

Il metodo somiglia ad un supponente diktat calato dall’alto di uno studio accademico che non si confronta con la Speranza, le Attitudini e la Storia del nostro territorio.
Nel merito il documento del Prof. Calafati si contraddice in molti punti e smonta da solo le conclusioni che tanto stanno facendo parlare in questi giorni. La stessa analisi, le tabelle, e le proiezioni contenute nel documento contraddicono profondamente le conclusioni perentorie del consulente del Ministro Barca.

Ben diverso, nel metodo e nel merito, è il lavoro che l’OCSE sta conducendo da tempo.
Invitiamo tutti a confrontare la documentazione delle due DISTINTE fonti, sfuggendo dalla tentazione di omologazione che sta montando nelle reazioni di questi giorni.

L’Aquila che vogliamo che con un anno di anticipo ha perseguito il metodo adottato anche dall’OCSE, continua a ritenere che la visione di città futura deve orientare con speranza la definizione di obiettivi e progetti e che non è più prorogabile l’adozione di scelte concrete per lo sviluppo reale de L’Aquila.
Non è più accettabile che la città sia lasciata in balia di colonizzatori che puntualmente, in periodi pre-elettorali, hanno buon gioco nel deserto di idee che caratterizza da anni il governo della città.
A questo proposito vorremmo che si riflettesse sulle conseguenze che comporterebbe l’affidamento dell’intera economia cittadina al settore pubblico che sta dimostrando tutti i suoi limiti nelle recenti vicende legate a finanziamenti, gestione dei ruoli e produttività.
La storia insegna che il sistema produttivo forte è quello capace di differenziarsi nella valorizzazione della propria identità.


02 Ottobre 2012

Categoria : Politica
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