Grandi rischi, Cecchini estende le colpe


L’Aquila – (Foto: a sinistra l’avv. Attilio Cecchini, e Giampaolo Giuliani – Sotto il sindaco Cialente quanto testimoniò e il pm Picuti) ) – IL PM CHIEDE L’ACQUISIZIONE DI NUOVI ELEMENTI – RETICENTE PER COLAGRANDE IL SINDACO DELL’AQUILA – Il processo detto Grandi rischi portrebbe ampliarsi, alla luce di nuovi elementi portati in aula oggi da uno dei legali di parte civile, l’avv. Cecchini. Un apprezzato e gradito ritorno sulla scena giudiziaria, quello del grande penalista aquilano Attilio Cecchini, a lungo tenuto fermo dalle conseguenze (brillantemente superate) di un incidente stradale. E subito il processo alla Commissione grandi rischi, ripreso questa mattina, registra un’evoluzione.
CECCHINI – Per Cecchini, patrono di parte civile, con gli imputati (per i quali i pm hanno chiesto 4 anni di condanna ciascuno) dovrebbero figurare anche altri personaggio di primo piano nel dopo terremoto.
“Gli aquilani sono stati ingannati dallo Stato, la Protezione civile ha barato, su questo punto ritengo insoddisfacente la presa di posizione della pubblica accusa. La PC è mancata al suo obbligo di prevenzione”.
Per l’avvocato aquilano “Bertolaso ha scelto la strada peggiore, ha chiesto soccorso agli esperti per schiacciare Giampaolo Giuliani e compiere un’eclatante, lo dice egli stesso, ‘operazione mediatica’ che anestetizzi gli aquilani. Il giovane e valorosissimo pubblico ministero, Fabio Picuti nella sua requisitoria, ha lasciato secondo il mio parere il discorso incompiuto per dovere di patria. La Commissione ha mancato deliberatamente, esistono i presupposti per la colpa cosciente”.
Giampaolo Giuliani è il ricercatore privato che da anni usa le esalazioni di gas radon dal sottosuolo per valutare la possibilità di eventi sismici in aree localizzabili. Un tipo di ricerca adottato da studiosi e geologi anche in altri paesi del mondo, non ufficialmente accettato dalla scienza accademica, ma da molti viceversa ritenuto utile per individuare i cosiddetti precursori sismici: acqua che sale nei pozzi, variazioni dei campi elettrici e magnetici, fratturazioni del suolo, minimi sollevamenti degli strati rocciosi e, appunto, variazioni significative delle emanazioni di radon ipogeo.
“Il punto focale e’ capire se esiste o non esiste il nesso di causalità fra la condotta di Bertolaso, della Commissione Grandi Rischi , degli scienziati intervistati dopo la riunione e la scelta razionale, volontaria, consapevole delle vittime di non muoversi di casa. La Procura della Repubblica ha creduto di ravvisare una legge universale o una legge statistica che sarebbe stata violata dalla Commissione. Io aggiungo di piu’ e dico non una legge universale qui c’era una massima di esperienza che essa stessa costituisce legge e la norma era la massima di comportamento degli aquilani”. Lo ha detto l’avvocato Attilio Cecchini, legale di parte civile nella sua discussione in aula nell’ambito del processo contro i sette membri della Commissione Grandi Rischi. “La massima di esperienza – ha aggiunto – diventa a sua volta la legge di copertura. Nella fattispecie qui era tutto gia’ evidente perche’ non solo gli aquilani ma nel mondo quando inizia una scossa di terremoto si fugge di casa o quando si teme si esce di casa. Il non uscire di casa per essere stati assicurati che non ci sarebbe stata una scossa distruttiva e’ la violazione di una norma di comportamento”.
PICUTI – Dopo l’intervento dell’avvocato Cecchini, il pm Fabio Picuti, in accordo con le parti, ha chiesto ed ottenuto l’acquisizione dei riferimenti di legge enunciati in aula dal legale.
COLAGRANDE – “Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ha detto nella sua deposizione di non aver capito nulla di quello che aveva detto la Commissione Grandi Rischi quando era tornato a casa. Cialente aveva detto solo di essere rimasto confuso e non tranquillizzato. Lo stesso sindaco fu interrogato da un giornalista circa un piano di emergenza su eventuali situazioni di pericolo e lui disse che c’era un vecchio piano redatto dall’ex sindaco Tempesta e che uno aggiornato sarebbe stato fatto nei giorni successivi e che bisognava stare tranquilli perche’ tanto non sarebbe successo nulla”.
Lo ha detto in aula l’avvocato di parte civile Angelo Colagrande sottolineando il ruolo discutibile avuto dal primo cittadino. “Questo aspetto e’ stato ripreso il 2 aprile dallo stesso giornalista – ha detto sempre Colagrande – quando venne sentito l’assessore Roberto Riga (con delega alla Protezione civile) il quale aveva affermato che non c’era possibilita’ al momento di un piano di evacuazione che potesse mettere al sicuro gli aquilani e che entro una settimana il piano sarebbe stato redatto e per l’occasione era stato allestito anche un numero verde e quindi l’assessore aveva tranquillizzato gli aquilani. Se facciamo un’ equazione consecutiva noi dal 31 dopo queste dichiarazioni, anche quelle del sindaco non facciamo altro che dire: sono tutti d’accordo a tranquillizzare gli aquilani senza sapere ne ‘A’ ne ‘B’ di quello che poi succedera’ come e’ successo”. “Se far sedere Cialente sul banco degli imputati spettava al procuratore deciderlo, dico solo che la Legge prevede che fino a prova contraria fino a un minuto prima che succeda una qualsiasi calamita’ il capo della protezione civile nella citta’ e’ il sindaco”. Per Colagrande si e’ trattato di una “combutta”. Parlando poi delle telefonate (tre in tutto) intercorse tra il ricercatore Giuliani ed il primo cittadino, in cui Cialente veniva messo al corrente di una possibile scossa di forte intensita’, circostanza smentita dal sindaco dell’Aquila, Colagrande ha concluso affermando: “La reticenza del sindaco e’ tale e tanta da restare allibiti”.
DE NARDIS – “Una intera comunita’ e’ stata tratta in inganno in maniera indegna da una scheggia della pubblica amministrazione”. Lo ha affermato l’avvocato Domenico De Nardis, in rappreasentanza del Comune dell’Aquila che si e’ costituito parte civile contro i sette membri della Commissione Grandi Rischi, in corso all’Aquila. L’avvocato De Nardis ha detto di “parlare non in rappresentanza delle singole vittime ma di un’intera collettivita’ locale”. Per De Nardis all’Aquila c’e’ “stata una pantomima orchestrata da Bertolaso e che forse inconsapevolmente ha coinvolto altri rappresentanti. Si e’ trattato di un messaggio proclamato, in cui sono state messe in atto delle condotte di inqualificabile cinismo anche da parte degli scienziati, credibili e seri. La comunita’ aquilana ha patito delle sofferenze che si potevano evitare, per questo chiedo la condanna degli imputati”.


01 Ottobre 2012

Categoria : Cronaca
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