Delitto Rea, parlano i periti
Teramo – Accigliato, circondato dai poliziotti penitenziari, il sottufficiale dell’Esercito Salvatore Parolisi (foto) - accusato per l’assassinio di Melania Rea, la sua giovane e bella moglie – è stato fatto entrare nell’aula processuale, questa mattina alle 9,40, da un ingresso appartato. E’ ricominciato così il processo per il delitto di Melania Rea in cui risulta unico indagato, Salvatore Parolisi, in carcere da 14 mesi.
Nell’aula della Corte d’Assise erano presenti i familiari di Melania, di 29 anni, nata in Campania, uccisa il 18 aprile 2011 alle Casermette di Civitella del Tronto. Lo zio Gennaro Rea ai giornalisti ha dichiarato di confidare nella giustizia e nel lavoro dei magistrati. Parolisi era in aula ad assistere al processo durante il quale sono state proiettate su uno schermo le immagini relative sia al delitto che ai contenuti delle perizie richieste dal gup, Marina Tommolini. Il primo perito ad essere sentito e’ stato l’entomologo Stefano Vanin. Da sentire, a metà giornata, altri due periti incaricati, la genetista Sara Gino e l’anatomopatologo Gianluca Bruno. Il documento ritenuto più interessante è la cosiddetta superperizia, resa nota solo pochi giorni fa, dalla quale risulta che l’ora della morte di Melania non è precisabile. Un elemento al quale si affidano gli avvocati difensori. L’esito del processo, a questo punto, diventa ancora più enigmatico di quanto sia stato fino ad oggi.
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