Cinema… al Vitriol


(di Carlo Di Stanislao) – Il V.I.T.R.I.O.L., acronimo di Visita Interiora e Terrae Rectificando Inveniens Occultam Lapidem, non è altro che l’iniziale trasposizione massonica della rinascita a nuova vita dopo la morte, tema che si lega alle antiche catabasi, le discese negli inferi che hanno riguardato Inanna per i Babilonesi, Ercole, Polluce e Orfeo per i Greci, l’eroe ittita Kessi, Xolotl in Messico, Enea per i latini e Dante, nella nostra cultura.
Simbolico viaggio dell’iniziato che si svolge all’insegna dell’elemento “terra”, il V.I.T.R.I.O.L. riguada colui che è stato scelto per intraprendere la nuova via, attraverso una profonda meditazione, per tirare le somme della propria esistenza lasciando un testamento, ultimo atto della vita passata, quale espressione di intenti futuri. Al contempo, durante la permanenza nel Gabinetto di riflessione dove il V.I.T.R.I.O.L. si situa, deve raggiungere la concentrazione necessaria ad una meditazione talmente profonda (Visita Interiorae Terrae) da fargli scorgere la scintilla divina (Inveniens Occultam Lapidem) che ha sempre risieduto, seppur a sua insaputa, nel suo “Io” più intimo.
Vitriol è il titolo di un film che uscirà nei cinema a Novembre, dell’italiano Francesco Afro De Falco, prodotto e distribuito dalla S.m.c. s.r.l. di Salvatore Mignano, sceneggiato da Giovanni Mazzitelli e con Roberta Astuti, Yuri Napoli, Stefano Jotti, Leonardo Bilardi, Gabriella Cerino.
Vi si narra di una ricerca documentaristica sulla Napoli esoterica degli ultimi due secoli del secondo millennio, con i due protagonisti, Lola e Davide, che intraprendono un ambiguo cammino all’interno della città, fatto di scoperte archeologiche, discese in cunicoli sotterranei e ritrovamenti misteriosi, inerenti un antico ordine occulto fondato dal principe alchimista Raimondo de Sangro e chiamato Ordine Osirideo Egizio.
Nel cinema la massoneria è stata al centro di pellicole di qualità differente, discutibili come “Il codice da Vinci”, “Angeli e demoni” o “L’ultimo templare” o interessanti come “Un borghese piccolo, piccolo”, “L’uomo che volle farsi re”, “Assassinio su commissione” e persino il film d’animazione “Alla ricerca di Nemo”, con una sequenza in cui il protagonista si ritrova nell’acquario del dentista assieme ad altri pesci e questi, prima di ordire con lui il piano di fuga, lo sottopongono ad un rituale d’iniziazione, nel quale si può individuare una parodia del rituale d’iniziazione massonico.
Il rituale massonico è presente anche nei comportamenti, almeno formali, dei potenti riuniti in logge segrete, in “Piazza delle cinque lune”, il bel giallo diretto dal discontinuo (e spesso discutibile) Renzo Martinelli, uscito con successo (anche estero) nel 2002.
Idee massoniche sono presenti ancora in “Giordano Bruno” di Giuliano Montaldo (del 1973) e in “The Tree Life”, il capolavoro di Terence Malick vincitore a Cannes nel 2011.
In verità quest’ultimo è un condensato di tre film, in costante equilibrio tra il sacro metafisico e il New Age, con un finale caleidoscopico cosmico-poetico che, massonicamente, condensa miliardi di anni del nostro pianeta, dove interagiscono i 4 elementi primordiali (fuoco, aria, acqua, terra), sino al Big Bang e ai dinosauri, giungendo al biblico Giobbe sino a Freud/Jung, dalla violenza, alla grazia, dall’anima all’inconscio.
Certo De Falco non è Malick, ma ci auguriamo abbia saputo cogliere, in un tessuto narrativo da thriller, le sfumature di un concetto per il quale catarsi ed introspezione sono necessari per rigenerare uomini nuovi, uomini che, come la fenice, risorgono dalle proprie ceneri.
Insomma si tratterà di vedere come è stato sviluppato il tema della “pietra filosofare”, capace di trasformare la materia vile (piombo) in materia nobile (oro), rimasta celata in profondità e che di nuovo scoperta intraprendendo la “giusta via”, ovvero la strada retta della virtù (rectificando), attraverso la funzione sincretistica massonica che vuol riuscire, allegoricamente, a traspondere la simbologia esoterica classica in un piano più consono alla cultura moderna e contemporanea, rendendo i concetti talmente universali da esser compresi anche senza la profonda conoscenza dei testi.
Comunque andranno le cose, va dato merito ad una troupe di giovanissimi under35, di aver avuto il coraggio di affrontare, al cinema, un tema complesso: la discesa negli inferi dell’inconscio per scoprire un mondo nuovo.
A novembre, quindi, con il buio in sala, lo specchio rutilante dello schermo ci inviterà (speriamo emozionandoci) a fare un viaggio mitraico e profondo, alla ricerca di una nuova luce e come Enea che fu in grado di spezzare il ramo d’oro, così noi spettatori saremo chiamati a scovare la pietra celata (Occultam Lapidem), ovvero la purificazione e la conoscenza interiore, cogliendo, fra le pieghe del racconto, gli insegnamenti i utili alla prosecuzione del proprio cammino sulla scala che conduce alla perfezione.
Una raccomandazione da appassionato esoterista e cultore del cinema: per guardare questo il film e farsene intero carico emotivo, ricordarsi che anche Ercole, nella dodicesima fatica (cattura di Cerbero), prima di poter scendere nel mondo di Plutone, dovette purificarsi ed essere iniziato ai Misteri Eleusini. Sicché, ricordando Cicerone, rechiamoci al cinema in compagnia di una donna (moglie, fidanzata o amica) e, ancora, “per diventare più ricchi interiormente”, disponiamoci profondamente alla integrità morale e alla purezza del culto.
Solo così il film sarà compreso sino in fondo e la sala cinematografica diventerà Telesterion: area quadrata dove prendevano posto gli adepti per assaporare il mistero.


27 Settembre 2012

Categoria : Cultura
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