Sarebbe bastato dire agli aquilani….
(Foto: Cialente testimone al processo, dicembre 2011) – La notizia c’è: chiesta la condanna della Commissione grandi rischi. Ma sulla maggior parte dei grandi giornali, in nazionale, e sui tg nazionali, non la trovate. Sui giornali stranieri, invece, sì. Vai a capire. C’è una congiura del silenzio? C’è un imbarazzante ossequio verso nomi illustri della scienza? C’è la paura di essere schedati come partecipanti ad un processo alla scienza che in realtà è tutt’altro? Vai a capire. Forse ha anche pesato la grande confusione di alcuni organi di informazione, che hanno sparato: condannati, mentre era soltanto una richiesta di condanna…
La verità è piccola e semplice, come spesso capita. Sarebbe bastato, il 30 marzo 2009, dire alla gente: un forte terremoto può esserci, in passato è accaduto e può accadere di nuovo. Regolatevi, non pensate che una scossa forte abbia “scaricato energia”, perchè non è così. Ogni scossa (specie dopo uno sciame lungo mesi) può essere la maggiore, ma anche quella prima di un’altra più forte. I terremoti non si prevedono, quindi neppure si escludono. Siate sempre prudenti e si salvi chi può, visto che niente era stato fatto per prepararsi ad un terremoto (nella città più sismica dell’Appennino, pensate…), non esistevano piani nè un’organizzazione per far fronte subito ad un disastro. Molti edifici sono risaputamente a rischio sismico, a rischio di crollo. Ma soprattutto bisognava dire: non vi rassicuriamo affatto, non possiamo farlo, non è giusto nè scientifico farlo.
Tutto questo mettendo da parte studi e dichiarazioni di scienziati che parlavano di alte probabilità di terremoti a L’Aquila e lo facevano da anni e anni, inascoltati, alcuni persino azzittiti ed emarginati.
Se si fosse agito così, semplicemente e onestamente, oggi non vi sarebbe un processo scottante e disastroso per lo Stato.
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