Il Comune dell’Aquila non è dominus
L’Aquila – (di Pietro Di Stefano, assessore alla ricostruzione, foto da aquilatv.it) – Il Comune dell’Aquila investito del ruolo di Dominus dell’istruttoria delle pratiche di ricostruzione, oltre che del rilascio del provvedimento finale? E dove e quando si sarebbe tenuta questa incoronazione?
Voglio prendere spunto da alcuni articoli di stampa apparsi in questi giorni per chiarire qualche passaggio fondamentale in quello che credo sia un confuso e pericoloso rimpallo di responsabilità. Più volte il Comune ha denunciato per primo un venefico ingorgo tra quanto disposto dalle ordinanze ed i tempi di esame dei progetti da parte dei consorzi Fintecna, Cineas, Reluis.
Questi ultimi agiscono attraverso una convenzione con il commissario per la Ricostruzione e prestano opera di controllo dei progetti, sotto il profilo tecnico economico, a favore del Comune dell’Aquila (e dei Comuni del cratere che se ne sono avvalsi), il quale non dispone delle risorse umane necessarie a provvedere autonomamente. Più volte, ma senza esito, è stato infatti richiesto personale aggiuntivo per la valutazione delle pratiche.
Di fronte all’azione del Tar, su istanza dei cittadini, il Comune ha sistematicamente diffidato l’allora commissario alla Ricostruzione, Gianni Chiodi, al rispetto dei tempi dettati dalle ordinanze; dopo la fine del commissariamento è stata diffidata anche la Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla quale oggi dovrebbero far capo le convenzioni con i consorzi Cineas, Reluis, Fintecna, se si considera che il Commissario era figura governativa.
Lo scorso 21 giugno il Consigliere giuridico della Presidenza del Consiglio dei Ministri invitava, con una nota (prot. n. 0002066) il presidente Gianni Chiodi, “a voler verificare, con la massima urgenza, il corretto adempimento da parte della Filiera degli obblighi derivanti dalle convenzioni stipulate ai sensi dell’art. 7 comma 5 dell’OPCM 3803/2009, cosicché da consentire al Comune di concludere tempestivamente l’iter istruttorio delle pratiche”.
Il Commissario, invece, preferì far scadere naturalmente il proprio mandato e non dare seguito a queste richieste.
Nella stessa nota, il Consigliere Giuridico precisa altresì che il Comune dell’Aquila non potrà in nessun modo rivalersi presso il Governo, poiché, ai sensi della 3803/2009, eventuali responsabilità per inadempimento devono ricadere solo sulla Filiera che é “preposta all’istruttoria tecnica ed amministrativa per la concessione dei contributi ex OPCM 3790/2009, sulla base delle convenzioni stipulate con il Commissario delegato e non in possesso dello scrivente”.
Il Governo non è dunque in possesso delle convenzioni stipulate tra Chiodi e la cosiddetta filiera e ancora oggi, il Comune, condannato dal TAR per decorrenza dei termini nell’esame dei progetti, è all’oscuro del contenuto di dette convenzioni che adesso sono anche ridicolmente “sprovviste” di una delle due parti che le sottoscrissero.
La filiera opera senza rispondere ad alcun soggetto istituzionale dal 31 agosto 2012: è palese che la ricostruzione dell’Aquila sia ostaggio della burocrazia più oscurantista.
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