Leopardi: “Se i conti non tornano…”
L’Aquila – Scrive Maurizio Leopardi capogruppo UDC al Comune: “Sono mesi che ci logoriamo a sostenere o smentire la validità del progetto CASE. In un’ ANSA dell’1 settembre si legge “ i vertici del dipartimento (della Protezione Civile) hanno avuto conferma del fatto che i conti sulla disponibilità delle case in relazione alle esigenze degli sfollati non tornano. In tal senso proseguono a ritmo serrato le riunioni per trovare in tempi brevi soluzioni alternative alla luce dell’imminente ritorno all’Aquila di migliaia di famiglie in vista della riapertura delle scuole, il prossimo 21 settembre, e dell’annunciata dismissione delle tendopoli in città.
Il vicecapo della protezione civile, Bernardo de Bernardinis, rassicura “la protezione civile, al di la’ dei quelle che si conoscono, ha sempre soluzioni alternative per fronteggiare qualsiasi situazione di emergenza ……..in tal senso proseguono a ritmo serrato le riunioni per trovare in tempi brevi soluzioni alternative” .
Credo sia giunto il momento di dire basta! Non c’è ombra di dubbio sull’immediatezza dei soccorsi, sulla capacità organizzativa, sull’apporto fondamentale delle associazioni di volontariato, sul lavoro incessante dei Vigili del Fuoco e di quanti si sono prodigati a nostro favore. Questi uomini dalla ormai nota maglietta blu bordata dal tricolore da angeli custodi sono diventati sempre più tutori rigidi, sono mesi che dipendiamo dalle loro scelte. Non ci hanno dato la possibilità di condividere perché “coinvolti emozionalmente ” .
Abbiamo comunque cercato di capire ed a volte abbiamo sostenuto iniziative nel convincimento che rappresentassero una necessità per la rinascita della Città. Per contro abbiamo assistito impotenti al proliferare di iniziative “spontanee” ed alla totale mancanza di una “guida “ del governo della Città che non è riuscita a cogliere nemmeno l’occasione del G8 per dire al mondo che la tragedia che aveva colpito L’Aquila era ben lontana dalla normalità.
Sono stati spesi milioni di euro per sostenere i costi degli aquilani sulla costa mentre ordinanze, tutte da interpretare, hanno di fatto ritardato, se non impedito, la “ricostruzioni leggera” per edifici di tipo B e C, per cui oggi non solo non sono iniziati lavori necessari per il rientro ma pesa, e non poco, l’onere del pagamento dell’IVA. Probabilmente i soldi non ci sono e non ci mai sono stati. Le donazioni, sul cui ammontare non ci è dato di sapere, rappresentano solo una minima parte di quanto sarà necessario per la ricostruzione degli edifici di tipo E ed F.
Oggi nella incertezza totale sul futuro prossimo di questa città, la risposta del Sindaco è quella di cercare un consenso politico a sanatoria di quanto fatto o non fatto in questi cinque mesi proponendo una Giunta “allargata” al centro destra mantenendo comunque ben ferme alcune posizioni. Perché non si è pensato subito ad una cabina di regia composta da veri esperti che potesse guidare il Sindaco su scelte che peseranno su questa città per anni.
Il destino triste di questa città è ancora legato all’urbanistica. Così come è stata stravolta negli anni sessanta, oggi sembra che tutto sia troppo casuale però, forse, ci troveremo ancora una volte davanti a scelte dettate “dall’emozione” e “dalla necessità” così come è stato per la triste vicenda dell’appalto della rimozione delle macerie.
Le delibere costruttive portate all’attenzione del Consiglio sono state quelle elaborate dalla Commissione di Vigilanza e Garanzia. E’ giusto che sia così . Chi ha l’onere del governo deve avere la capacità e lucidità delle proprie azioni aldilà delle pura rappresentanza. Io amo la mia Città e per quanto mi è consentito darò il mio voto solo a ciò che realmente contribuirà alla sua resurrezione. Ognuno di noi il 6 aprile ha perso qualcosa. A chi ha strappato la vita dei propri cari, distrutto i sacrifici di una vita , separato dagli affetti più cari e dalla città. Tutti abbiamo l’obbligo di credere in un futuro per i nostri figli e questo è quanto deve pesare su ogni scelta”.
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