La UIL prende carta e penna
L’Aquila – Per la UIL, Piero Paolelli ha scritto la seguente lettera aperta al Ministro della Salute, On. Maurizio Sacconi, al Capo Dipartimento della Protezione Civile, dott. Guido Bertolaso, al Presidente della Regione Abruzzo, dott. Giovanni Chiodi, all’Assessore alla Sanità, On. Lanfranco Venturoni, al Direttore Generale ASL di L’Aquila, dott. Roberto Marzetti e ai Sindaci del Cratere: “Nell’ultimo comunicato stampa, del 21 Agosto 2009, tra i tanti problemi reali e concreti che si trova di fronte la popolazione dell’Aquila ho cercato di affrontare la piaga dolorosa che già affliggeva e che affliggerà pesantemente, nei prossimi mesi, la realtà aquilana, e cioè la disoccupazione in generale e quella giovanile in particolare con il rischio di un forte spopolamento.
A tal proposito ho insistito nel proporre l’istituzione di una vera ZONA FRANCA con incentivi, sgravi fiscali e previdenziali per otto anni, ritenendo che fosse l’unico modo per creare un nuovo modello di sviluppo economico ed occupazionale per far rinascere L’Aquila.
Oggi cercherò di affrontare un’altra piaga dolorosa che sta affliggendo e che potrebbe trasformarsi in un incubo, nei prossimi mesi, per la popolazione dell’Aquila ossia il problema dell’Ospedale San Salvatore, Sanità e Sociale correlato alla probabile pandemia dell’influenza A (H1N1).
Io sono stato sempre convinto che non c’è momento della vita dell’uomo in cui la difesa e la promozione della salute possano essere messe in secondo piano e non c’è realtà produttiva e sociale in cui non siano presenti problemi legati alla prevenzione, alla cura e alla riabilitazione.
Se è così, la UIL vuole mettere al centro dell’interesse dei singoli e della comunità aquilana il problema sanità, per evitare che, nell’affanno di affrontare tanti altri problemi, si dimentichi il primo valore e cioè la promozione e la difesa della salute come diritto delle persone e come interesse della collettività.
In tale situazione diventa decisivo dare un segnale buono, in particolare ai ceti più deboli che sono rimasti nel territorio ed a quelli che nei prossimi giorni torneranno, che dia una ragionevole certezza di essere tutelati dal punto di vista socio-sanitario.
Com’è noto, il terremoto a colpito pesantemente l’Ospedale San Salvatore e danneggiato una serie rilevante di reparti, rendendo necessaria l’evacuazione e trasferendo con mezzi aerei ed ambulanze i pazienti negli ospedali abruzzesi, nella regione Marche e nella regione Lazio.
Ad oggi sono stati riattivati i reparti di:
-Pronto soccorso
-Ortopedia e sala gessi
-Ostetricia e ginecologia
-Medicina e chirurgia
-Pneumologia con circa sei posti letto rispetto ai venti in dotazione
-Malattie infettive con circa dieci posti letto rispetto ai venti in dotazione, inoltre godeva di due camere d’isolamento provviste di meccanismi particolari con aspirazione.
-Radiodiagnostica, radioterapia e laboratorio analisi.
In totale sono stati riattivati circa 170 posti letto rispetto ai 460 in dotazione.
Sono stati colpiti anche i servizi socio-sanitari a livello territoriale già carenti prima del sisma, i quali dovevano e dovrebbero assumere il ruolo di punto di riferimento per tutti i bisogni sanitari e socio-assistenziali.
In questa situazione viene il ragionevole dubbio che a rimetterci, come sempre, saranno gli anziani, i più deboli e i più poveri.
Ed è la povertà la più grande minaccia per la salute.
I ricchi sanno come garantirsi.
In questa situazione come si pensa di affrontare l’incombente pandemia dell’influenza A?
Il sistema immunologico degli aquilani (traumatizzati, stressati, preoccupati e avviliti) è in grado di reagire con efficacia per combattere il virus H1N1?
Quale impatto si avrà sulla popolazione ancora residente nelle tendopoli ?
Alle istituzioni ai vari livelli, e alla comunità scientifica, si chiede di predisporre un piano serio, dal punto di vista della prevenzione ma soprattutto della cura.
Il terremoto si è sostenuto che non era prevedibile, (anche se, rimangono molti dubbi) l’influenza A si.
La strategia vincente potrebbe essere quella di estendere a tutta la popolazione, su base volontaria, la vaccinazione dal giorno15 di Novembre. Da questo versante, il modo in cui si affronta questa nuova “EMERGENZA” tenendo conto delle precarietà in cui versano l’ospedale e i servizi socio-sanitari territoriali, appare il banco di prova, nei prossimi mesi, delle istituzioni tutte”.
(Nella foto: Pietro Paolelli della UIL)
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