Arrivano ai cittadini le tessere “Abbruzzo”


L’Aquila – Nessuno ha saputo neppure fermarle, bloccarne o interromperne l’invio. Le tessere sanitarie con la parola “Abbruzzo” sotto lo stemma della Regione stanno regolarmente arrivando ai destinatari, che per il momento potranno anche usarle, essendone confermata la validità fino alla sistituzione.
E’ accaduto davvero l’incredibile, e continua ad accadere. Le tessere sbagliate (che pare siano ben 65.000) sono state accettate dagli uffici competenti, dove nessuno ha controllato la loro rispondenza alla correttezza. Un prodotto costato sicuramente molti soldi pubblici, pagato dalla collettività, marchianamente sbagliato da chi evidentemente non ha frequentato neppure le elementari (dove si insegnano i nomi delle regioni italiane), è stato lavorato (e nessuno si è accorto di niente), vidimato, spedito al destinatario (la Regione), dove altri distratti impagabili hanno proceduto all’invio agli utenti che avevano la precedente tessera in scadenza. La tessera è stata inviata (spese postali ingenti per 65.000 pezzi) e accompagnata da una lettera firmata dal presidente Gianni Chiodi.
Il meccanismo ottuso e cieco ha girato senza intoppi, semplicemente perchè nessuno ha controllato niente, o, peggio, chi ha controllato pensa che Abruzzo si scriva con due “b”. Vogliamo sperare che non sia così…
Anche questa volta la Regione pensa di far passare la “magra” sotto silenzio, senza approfondire e senza chiedere scusa ai cittadini, spiegando loro come sono andate le cose? Sono parecchi giorni che “Abbruzzo” è finito su tutti i giornali, non solo in Abruzzo, ma la Regione tace. Ciò che offende, in Italia, non è l’errore di un malcapitato che svolge un lavoro che non è capace di svolgere, ma l’assoluta sicurezza che nessuno sarà mai responsabile di niente, a tutti i livelli. Nonostante un comportamento del genere sia fonte di danni economici alla collettività, tacendo di quelli di immagine.
Non è una stortura, è una vergogna, e fino ad oggi l’Abruzzo (con una sola b) conferma e si adegua. E’ Italia al cento per cento.


23 Settembre 2012

Categoria : Cronaca
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