De minimis, tasse: rischi per le aziende
L’Aquila – (di Alfonso Magliocco, coordinatore del PdL, foto) – Nel luglio scorso il Popolo della Libertà dell’Aquila sottolineó in una conferenza stampa che l’Europa era in attesa di una comunicazione da parte delle autorità italiane riguardo al provvedimento di abbattimento del 60% delle tasse sospese e che il rischio era quello che le aziende impossibilitate ad ottenere aiuti in de minimis avrebbero dovuto restituire il 100% delle tasse sospese a seguito del sisma.
L’Inps conferma con una circolare del 19 settembre 2012 quanto da noi sostenuto e che la decurtazione del 60%, in attesa di risposte dalla UE, è da considerarsi come aiuto in de minimis e pertanto molte aziende non potranno beneficiare di tale agevolazione.
Giá allora sottolineammo il pressapochismo del Governo su questa problematica che oggi trova ulteriori riscontri. Dalla circolare Inps, infatti, sembrerebbe che la notifica alla UE sia stata trasmessa soltanto a luglio 2012 e quindi ben 8 mesi dopo l’approvazione del provvedimento che sanciva il beneficio. Tale ritardo sta comportando, quindi, un danno incalcolabile alle imprese aquilane e ad un territorio che ancora stenta a rialzarsi.
Non solo le aziende che per il regolamento comunitario non possono essere oggetto di aiuti in de minimis dovranno restituire l’interezza delle tasse non versate ma anche chi, potenziale benficiario, ha ecceduto la soglia massima prevista dovrá restituire l’eccedenza.
Ma un altro incubo incombe sulle imprese aquilane. Infatti, se si considera il gennaio 2012 come data effettiva di elargizione dell’aiuto (e non l’aprile 2009) allora tutte le imprese aquilane che hanno raggiunto la soglia dei 200 mila euro con la decurtazione delle tasse non potranno beneficiare delle ulteriori agevolazioni previste nel bando di 90 milioni fino al 2014 (gli aiuti in de minimis sono triennali). Per tutte le aziende che invece non hanno raggiunto la soglia massima potranno beneficiare dei futuri aiuti fino al raggiungimento della stessa.
Dopo aver vissuto un dramma che ha poche similitudini in Italia e nel mondo, L’Aquila sta vivendo anche il dramma di un governo che a parole si dice vicino ai problemi locali ma che i fatti smentiscono quotidianamente. Dopo aver bloccato la ricostruzione con leggi e provvedimenti da dilettanti allo sbaraglio questi fantomatici tecnici stanno mettendo la pietra tombale sulle aziende aquilane e con esse ad una ripresa economica indispensabile per la rinascita dell’Aquila.
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