…in poche parole
(di Don Luigi Maria Epicoco) Oggi siamo a casa di Simone il fariseo. Sarà stato anche un uomo buono, un uomo che non ha fatto del male volutamente a nessuno. Ma questo tale Simone invitando Gesù a pranzo rivela una patologia diffusa anche ai nostri tempi. Simone soffre di “pregiudizio”! Infatti con tutti i commensali si era infiltrata anche una donna, una poco di buono della città , che non curante di tutti si era lanciata ai piedi di Gesù e lì piangeva, asciugava i piedi di Cristo, li baciava e li cospargeva di profumo. Simone giustamente pensa fra sè: “se veramente questo Gesù è un profeta dovrebbe sapere chi è quella donna, dovrebbe sapere che è una prostituta”. Ma Gesù interviene smontando il pregiudizio di Simone. E stravolge la sua logica insegnandogli una cosa che non dovremmo mai dimenticare: Finchè tratteremo gli altri con pregiudizio, allora non cambieranno mai. Quando invece crederemo che c’è speranza, in quell’istante comincierà il cambiamento. Ma questo lo può fare solo chi lo ha sperimentato. Simone è incapace di amare, per questo non capisce la logica di Cristo. Chi ama abbatte i pregiudizi. Chi pensa di essere giusto, invece, non solo li crea, ma tende a catalogare la gente intorno a se. E catalogare a volte equivale ad uccidere. Dovremmo sempre augurarci di essere amati così. Chi ci ha catalogati senza diritto di replica non ci aiuterà mai a riprenderci la nostra vita, a diventare noi stessi. (Tracce di Parola 20.9.12) luigimariaepicoco@gmail.com
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