Province: vociare e punte campaniliste
L’Aquila – PARLA LA EX PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DELL’AQUILA – (Foto: la Pezzopane con Gianna Nannini) – “In un momento in cui il nostro Paese sta vivendo una gravissima crisi economica e va incontro a decisive elezioni politiche, la politica abruzzese è costretta a dibattere su come riorganizzare le Province e si sente, a tal proposito, un gran vociare con gravi punte di campanilismo”.
È quanto ha dichiarato l’assessore Stefania Pezzopane, ex Presidente della Provincia, intervenendo nel dibattito sulla riorganizzazione delle Province che ha preso il via già da diverso tempo.
“Partiamo dal dato più vero. – ha dichiarato la Pezzopane – Di fatto con la riduzione delle funzioni già realizzata dalla spending review, l’enorme diminuzione dei trasferimenti dello Stato e, con la nomina dei rappresentanti provinciali non più dalla popolazione ma come le comunità montane, di secondo livello, le Province sono morte. La politica abruzzese farebbe bene a prenderne atto e ad essere più realista del ‘re Monti’, proponendo di abolirle tutte. La riforma delle Province è una riforma a metà strada, poiché non sceglie effettivamente e sostanzialmente, rinvia ogni decisione strutturale alla prossima legislatura. La riorganizzazione di questi Enti, così come è stata programmata attualmente, è assolutamente inutile e avrà senso solo e quando andrà a migliorare la loro efficienza e a rafforzare il rapporto tra cittadini e istituzioni. In questo contesto, il silenzio di Chiodi è eclatante. Traccheggia come sempre, magari illudendosi che altri decidano al suo posto, o che si possa cogliere questa occasione per diminuire il ruolo dell’Aquila, che l’attuale legge di riordino salvaguarda. Fare un salto di qualità sarebbe necessario, uno spicco d’ala che la classe dirigente abruzzese non sembra voler fare”.
“Nel contesto dato dal dibattito e dal Cal (Consiglio delle autonomie locali) è chiaro che L’Aquila non deve e non può perdere il suo ruolo di capitale d’Abruzzo. – ha continuato la Pezzopane – La nostra Città deve mantenere le sue funzioni essenziali soprattutto in un momento in cui, oltre i disagi derivanti dal sisma, la Regione Abruzzo non ha voluto riorganizzare adeguatamente i servizi e ha marginalizzato strumenti importanti di programmazione. L’Aquila è da tempo a lavoro per realizzare la città territorio, capace di ricostruire un nuovo rapporto con i Comuni, così come sarebbe importante con aree più vaste come Avezzano con la Marsica e Sulmona con la Valle Peligna e l’alto Sangro e, per dare vita ad un opera di integrazione che vada a superare l’antico dualismo tra linea adriatica e zone interne, affinchè le differenze territoriali diventino un elemento di crescita e non di divisione. Guardiamo a Teramo non con desiderio di annessione ad una Provincia che non ha più senso e funzioni importanti, ma come ad un territorio dove sviluppare insieme un modello di governo del territorio basato sulla valorizzazione del Gran Sasso, sulla ricerca scientifica e sul sistema dei Parchi”.
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